Lui, Davide Fontana detto l'Uomo alla coque, ha continuato a postare foto di piatti prelibati fino all'ultimo, anche quando il corpo di Carol Maltesi detta Charlotte Angie, era nel suo congelatore in tanti pezzi e poi in un fosso. Una delle ultime immagini postate dal food blogger su Instagram, il 26 febbraio, mostra una margherita di una celebre pizzeria gourmet della provincia di Verona che da poco ha aperto una filiale in centro a Milano. «Salsa di pomodoro, mozzarella di bufala campana DOP, pomodorini confit, gocce di pesto e basilico», scriveva lui un mese fa. «Tagliata molto bene!», ribatte ieri con umorismo macabro una instagrammer. E un altro utente prefigura un futuro da food blogger carcerario per il bancario: «Il signor Fontana non mancherà certo di fornire un proprio creativo contributo. Il tempo non dovrebbe mancargli». Qualcuno scova anche una foto del 25 settembre 2018, che riprende una locandina contro la violenza sulle donne: «Non è normale che sia normale». E tanti «Bravissimo!» 174 mesi fa. E tanti «Mostro!» ieri.
Sembra una pagina strappata da American Psycho il delitto di Borno, con il carnefice che continua a documentare la sua vita luccicante di buoni ristoranti e foto glamour e sorride con la poker face talora oscurata dagli occhiali da sole. Ieri chi scrive era a pranzo con una addetta stampa del settore enogastronomico proprio mentre si diffondeva la sconcertante notizia nel magico mondo del food milanese e lei ricordava di averlo visto, l'Uomo alla coque, non più di tre o quattro settimane fa all'inaugurazione di un locale di una catena di fast food gourmet, in via Dante. E le si accapponava la pelle pensando a che cosa dovesse agitarsi dentro di lui mangiando patatine olandesi come nulla fosse. E a noi con lei. Perché certe cose sembrano cinema fin quando non ti sfiorano come un venticello gelido.
Fontana è (tempo indicativo presente) un bancario milanese di 43 anni con la passione per il cibo: «Nato a Milano in aprile, ariete atipico, calmo e razionale ma testardo e determinato a raggiungere gli obiettivi prefissati», si descrive su Instagram ai suoi 13.100 follower. E nel sito Storie di Food, di cui Fontana è fondatore, inanella recensioni sempre entusiastiche, con gran dovizia di aggettivi e punti esclamativi, perché così va il mondo dei food blogger, la critica non è contemplata. L'ultima visita raccontata, quella a una trattoria milanese, Zia Ninì, reca la data del 14 febbraio, il giorno degli innamorati. Non si può certo dire che il destino non abbia il senso dell'umorismo.
Carol Maltesi aveva (tempo indicativo imperfetto) ventisei anni ed era di Sesto Calende. Madre olandese, padre italiano, studi alle Orsoline, danza, equitazione, tutto quello che compete a una ragazza di buona famiglia, poi la vita sterza: un figlio giovanissimo, che ora ha sei anni e sta con il padre. Lei nel frattempo finisce a Rescaldina, vicina di casa di Fontana, con cui condivide una storia d'amore poi trasformata in amicizia, almeno così si dice. Prima del Covid Carol era una commessa carina, niente di più, dapprima a Malpensa, poi in un centro commerciale. Con la pandemia, perso il lavoro dietro al bancone, si reinventa nel cosiddetto «intrattenimento per adulti», un po' strip tease e un po' porno.
Video amatoriali, un tanto a pezzo di vestiario tolto, poi ecco Charlotte Angie, gli show dal vivo nei club a luci rosse. E la fine dentro un fosso, a pezzi, riconosciuta per quei tatuaggi che arredavano il suo corpo. Non si uccidono così anche le cattive ragazze.
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