Oltre mille persone e più di cinquanta interventi nel segno dell'eredità di Silvio Berlusconi, per lanciare la candidatura in Senato di Adriano Galliani e per ribadire che Forza Italia è la casa dei moderati. All'Autodromo di Monza ieri era il giorno dell'assemblea nazionale degli enti locali degli azzurri davanti a tutto lo stato maggiore del partito, dai ministri Elisabetta Casellati, Paolo Zangrillo, Anna Maria Bernini e Gilberto Pichetto Fratin fino ai sindaci e ai governatori. E c'era anche Letizia Moratti, felice «di essere tornata a casa», in quella che era la prima uscita pubblica dopo il suo rientro in Forza Italia: «Siamo pronti ad aprire le nostre liste a chi vuole fare accordi politici con noi» ha detto il segretario Antonio Tajani annunciando che nelle prossime settimane ci saranno altri ingressi.
Una forza «che aggrega e attrae» e che vuole diventare un punto di riferimento per tutta l'area moderata: «E non scherzo quando dico che il nostro obiettivo è il 20 percento alle prossime Politiche». D'accordo con lui anche i governatori. Per il siciliano Renato Schifani l'area moderata «va riunita come fece Berlusconi. Ora che non c'è più non possiamo permetterci il lusso di disgregarla di nuovo». Va oltre il presidente della Calabria Roberto Occhiuto convinto che ci sia «uno spazio enorme fra FdI, Lega e la Schlein che dobbiamo occupare». A Monza era presente anche Licia Ronzulli, che dal palco ha strappato lo statuto di Hamas. Nessun rancore verso Moratti, anche se Ronzulli non ha rinunciato a qualche frecciatina: «Letizia è rientrata e siamo tutti felici. Ma c'è anche l'orgoglio di essere stati sempre dalla parte giusta. Siamo contenti quando qualcuno che si è discostato dalla retta via torna a condividere la proposta di Forza Italia, che è la stessa di un anno fa».
Ancora assente, invece, Marta Fascina, la compagna di Berlusconi: «Evidentemente fa fatica a rientrare nell'agone - ha aggiunto Tajani - ma sappiamo qual è la sua posizione. Non è una scelta politica». La legge di bilancio è ormai alle porte e il segretario ha assicurato che Forza Italia farà di tutto per alzare le pensioni: «Ci stiamo battendo, il capogruppo Barelli si è impegnato in maniera spasmodica tirando per la giacchetta anche il ministro Giorgetti». Fondamentale il taglio del cuneo fiscale e investire sulla sanità, soprattutto «perché abbiamo bisogno di tagliare le liste d'attesa che oggi rappresentano una vergogna nazionale». Meno apprezzate le proteste dei sindacati: «Se faranno un sciopero generale sarà un segnale contro il popolo italiano». Attesissimo l'intervento di Galliani che ha avvertito tutti sui rischi dell'astensionismo che secondo l'Ad del Monza Calcio «è il vero avversario» e non Marco Cappato, il candidato del centrosinistra «che vuole liberalizzare le droghe» e il fine vita mentre «noi crediamo che le persone debbano avere il diritto a curarsi e non a morire. Non possiamo far vincere uno che è in antitesi con tutto quello che pensiamo».
Ma dopo Paestum e Gaeta, a Monza è anche il giorno dell'orgoglio per Forza Italia che
mette in mostra la sua classe dirigente per ribadire che «noi siamo persone affidabili e non violente. E questo vuole la gente - ha concluso Tajani - non vuole quaquaraquà che fanno finte promesse che poi non mantengono».
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