Ha vent'anni il ragazzo che domenica notte avrebbe ucciso Francesco Pio Maimone, 18 anni, nella zona degli chalet di Mergellina, a Napoli, nei pressi di un noto chioschetto del lungomare, zona che nel weekend diventa meta privilegiata della gioventù partenopea. Sarebbe un esponente di una famiglia di camorristi del quartiere di Barra, figlio di un affiliato al clan Cuccaro ucciso in un agguato di camorra nel 2013. Le forze dell'ordine lo conoscono bene, tanto che la Procura ha deciso di affidare il fascicolo alla Dda (Direzione distrettuale antimafia). Le indagini degli investigatori della Squadra mobile della Questura di Napoli, coordinate dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini e dai sostituti procuratori Claudio Onorati e Antonella Fratello, sono state rapidissime. Dopo l'interrogatorio di ieri pomeriggio il giovane, che si era reso irreperibile ed è stato rintracciato in casa di alcuni conoscenti nel quartiere di Ponticelli, è stato fermato con l'accusa di omicidio volontario con l'aggravante mafiosa.
Un delitto assurdo - di cui ieri ha parlato anche il presidente Sergio Mattarella in visita a Casal di Principe - scaturito da un pestone a un piede o da una bevanda versata sulle scarpe. Un affronto che ha scatenato una violenta rissa tra due gruppi, alla quale la vittima non ha neanche partecipato, perché non c'entrava nulla neppure con la macchia sulla scarpa. Francesco Pio è stato soltanto spettatore dell'accaduto. Al culmine della lite, però, il ventenne indagato ha tirato fuori una pistola e ha fatto fuoco. Prima in aria, poi ad altezza uomo. Non solo per spaventare, ma per punire il responsabile del pestone, che probabilmente si è spostato, lasciando Francesco Pio sulla traiettoria di uno dei tre proiettili, che lo ha centrato al petto senza lasciargli scampo. Nonostante il tentativo degli amici di soccorrerlo, il 18enne è morto subito dopo essere arrivato all'ospedale Vecchio Pellegrini.
Ora gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la tragica sequenza che ha portato alla morte del ragazzo grazie alle testimonianze dei presenti e alle immagini delle telecamere di sorveglianza che potrebbero avere immortalato la scena. Mergellina è una delle zone della movida di Napoli non nuova ad episodi violenti. Chi era con la vittima ha descritto la scena agli investigatori: il ragazzo che estrae il revolver, spara, prima in aria poi tra la gente. Francesco Pio che si accascia tra la folla di giovani tra l'attonito e il terrorizzato. La Procura già ieri ha disposto il sequestro della salma sulla quale sarà eseguita l'autopsia. A raccontare chi era il figlio e quali erano le sue aspirazioni è stata la madre, Concetta Napoletano, intervistata da diversi media: «Un ragazzo d'oro, un lavoratore», dice la donna, devastata dal dolore, che chiede «giustizia» per Francesco Pio ma anche «per tutti i figli di Napoli morti senza un motivo». Il 18enne era incensurato, lavorava in una pizzeria e sognava di aprirne una tutta sua. Invece ha trovato la morte per mano di un balordo.
Ieri suo padre, dopo avere ringraziato il capo dello Stato Mattarella, gli ha chiesto di aprire «uno spiraglio» affinché i giovani di Napoli possano avere «un futuro migliore, una vita diversa, perché questa vita non li porta da nessuna parte».
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