Rischia un massimo di 10 anni di carcere, una pena pecuniaria che può arrivare a 1 milione di euro ma soprattutto l'ineleggibilità fino a dieci anni. Saranno settimane difficili per la dama dell'ultradestra francese, Marine Le Pen, anima del Rassemblement National, da ieri a processo a Parigi per «distrazione di fondi pubblici» europei tra il 2009 e il 2016 e per «complicità, su istruzione, in distrazione di fondi pubblici» tra il 2011 e il 2016. L'accusa per la quale sono alla sbarra 27 persone, tra cui il padre fondatore Jean-Marie Le Pen, alcuni quadri storici e figure di secondo piano, è che il partito (ai tempi in cui si chiamava ancora Front National) abbia messo in atto un sistema di deviazione indebita del denaro messo a disposizione dall'Ue per gli eurodeputati. Invece che lavorare per attività legate a Bruxelles, gli assistenti degli europarlamentari, con i fondi europei, avrebbero svolto di fatto compiti legati all'attività del partito in Francia, con un notevole risparmio per le casse del movimento, che avrebbe usato il denaro per la propria attività in patria, in un momento critico per le proprie finanze. Un «complotto» ai danni dell'Unione europea, secondo la Procura, tanto che l'Europarlamento si è costituito parte civile e ha calcolato in 6.8 milioni di euro il danno subìto, anche se i magistrati sostengono si tratti di 3.2 milioni.
«Non abbiamo violato alcuna regola politica, né regolamento del Parlamento europeo», ha detto Le Pen appena arrivata ieri al tribunale di Parigi, promettendo che presenterà «prove estremamente serie e solide». Il verdetto è atteso per il 27 novembre. La leader di Rn si dice «combattiva» e «serena», pare voglia essere in aula il più possibile durante le udienze che si svolgeranno per tre pomeriggi a settimana nei prossimi due mesi. La sua linea difensiva punta sulla difficoltà di distinguere le attività svolte dagli assistenti all'interno dello stesso partito per un incarico piuttosto che per un altro. Ma Le Pen ha già accusato la Procura di avere «la stessa filosofia» dei suoi avversari.
D'altra parte, il processo sarà cruciale per il futuro della figlia d'arte dell'estrema destra francese. Il Rassemblement National ha già creato un terremoto politico, dopo l'exploit alle elezioni europee di giugno e l'affermazione come partito più votato di Francia al primo turno delle legislative di luglio convocate in anticipo dal presidente Emmanuel Macron per un «chiarimento».
La vittoria finale dell'ultradestra è stata sbarrata dal «fronte repubblicano» nato proprio per arginare Rn, ma il nuovo governo di Michel Barnier rischia di avere vita breve e nuove elezioni politiche potrebbero esserci tra un anno, mentre Marine aspira ancora all'Eliseo. Resterà sulla graticola per due mesi prima di sapere se i magistrati le crederanno o la condanneranno all'ineleggibilità.
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