Tra frange e corsetti la donna (ri)scopre la sua femminilità

In pizzo sotto il tailleur manageriale i nuovi "bustini" creati da Scervino

Tra frange e corsetti la donna  (ri)scopre la sua femminilità
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«Il punto di partenza sono le mani, quello di arrivo è la tecnologia» risponde Ermanno Scervino a chi gli chiede come ha potuto trasformare anche un tessuto maschile come il tweed oppure la grisaglia nel più femminile degli indumenti: il corsetto. La collezione del prossimo inverno in passerella ieri a Milano ne è piena: i capi da giorno come quelli per la sera hanno il punto vita segnato da una struttura interna che crea l'effetto cupola sui fianchi. È qualcosa di più e di meglio del vecchio strumento di tortura che faceva svenire le donne ogni due per tre fino a quando, negli anni Venti del secolo scorso, Paul Poiret inventò gli abiti a vita bassa. «Qui non serve la Mamie di Via col vento» conclude sorridendo il designer facendoci toccare il morbidissimo corsetto in maglia con tanto di stecche che una modella indossa sotto un velo di chiffon. Un'altra si sistema da sola la variante in pizzo elasticizzato abbinata al tailleur manageriale mentre la terza, sigillata in un completo di pelle nera, non riesce a credere che la gonna a matita faccia un fianchetto da bajadera sul suo corpo sottile come un giunco. Insomma una vera e propria arma di seduzione di massa ottenuta con sapienza sartoriale e materiali ipertecnologici il cui segreto è custodito nell'atelier dell'azienda a Bagno a Ripoli. Non è l'unica cosa sorprendente vista su questa passerella: gli abiti da sera bianchi che sembrano fatti all'uncinetto da una maga del crochet sono in realtà costruiti da un ricamo all over sul tulle mentre il lussuosissimo montone con collo a cappuccio in realtà è di lana lavorata a punto pelliccia. Insomma una moda da toccare, applaudita anche da Carlo Conti e Natalia Vodianova: gli amici di una vita. Da Luisa Spagnoli c'è la voglia di riaffermare i valori di un brand che nel 2028 festeggerà un secolo di storia dalla parte delle donne proiettate nel presente. Nicoletta Spagnoli, amministratore delegato e direttore creativo del brand parla infatti di «seduzione sartoriale» in una collezione che concede più spazio del solito a tessuti e materiali speciali tipo la pelle del magnifico tailleur pantalone con le frange oppure il cashmere double di uno spettacolare completo verde evidenziatore. È uno dei pochi colori forti su una passerella piena delle calde tonalità del cioccolato dolce e amaro, delle nocciole e di un nero luccicante come la liquirizia perfino nei sognanti abiti da sera in chiffon corti davanti con l'orlo a boule e lungo strascico a velo dietro. Del resto Luisa Spagnoli è stata l'inventrice dei Baci Perugina prima di fondare un'impresa che dalla maglieria è passata al total look senza mai tradire il suo pubblico. Da Ferrari Rocco Iannone costruisce una collezione strepitosa partendo dall'officina come luogo in cui parlano i fatti perché lì si può dare vita alle cose trovando soluzioni ai confini della realtà. Ecco quindi la pelle tamponata a mano negli inimitabili colori delle auto più belle del mondo, come una prova di verniciatura della carrozzeria. Poi ci sono i capi sartoriali per lui e per lei che sembrano classici ma dialogano in modo diverso con il corpo di chi li indossa. Infine c'è il nuovo rosso lanciato per festeggiare l'arrivo di Hamilton a Maranello: il Racing '25 che diventa abito da sera monospalla con drappeggi couture. Da Laura Biagiotti il bianco è di rigore da sempre come il cashmere ma stavolta diventa un suggerimento di curiosità, il preludio a una moda piena di frange, lunghe, svolazzanti oppure raccolte a virgola sul completo abito più cappottino al ginocchio. Da Ferragamo la passerella è coperta da petali di rosa rossi che fanno per un attimo dimenticare di essere in un'anonima periferia quasi fuori Milano. Ci sono pezzi bellissimi come il soprabito in piume di gallo scarlatte o quello con le tasche chiuse con due morsetti laterali come la borsa Hug che è la cosa migliore finora disegnata dal giovane direttore creativo Maximilian Davis.

Invece Massimo Giorgetti s'interroga con MSGM sulla tensione tra visibile e invisibile, materiale e immateriale, leggero e superficiale. Tradotto in moda significa molte stratificazioni di tessuti leggerissimi per ottenere un effetto tridimensionale negli abiti.

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