"Fratelli d'Italia non tiri la corda". L'avvertimento della Lega

Il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, sollecita il governo: "Spostiamo il coprifuoco". E auspica: "Spero che prima possibile torniamo su fronti opposti con Pd e 5 Stelle"

"Fratelli d'Italia non tiri la corda". L'avvertimento della Lega

Aperture anche dei locali al chiuso, nel rispetto dei protocolli. E spostamento dell’orario del coprifuoco. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, chiede un’ulteriore accelerazione sulle riaperture seguendo “l’evidenza dei dati”. Mentre sul piano politico bacchetta Fratelli d’Italia, che assume posizioni “da opposizione” anche nelle giunte regionali in cui governa il centrodestra. E attacca Grillo per il “video” disgustoso, che svela “l’ipocrisia dei 5 Stelle”.

Si va verso le prime riaperture. Ma la Lega non è del tutto soddisfatta, cosa serve di più?
"Uno dei presupposti per cui siamo entrati al governo era quello di ottenere una discontinuità rispetto alla gestione della pandemia, in riferimento alle attività economiche. Quello che abbiamo ottenuto non ci soddisfa al 100 per cento, ma è un segnale che va nella direzione giusta. Dopo aver ottenuto l’apertura, in zona gialla, di alcune attività anche di sera, il prossimo passo è lo spostamento del coprifuoco. E poi bisogna fissare dei protocolli per le riaperture anche al chiuso. Ci sono attività che non hanno spazi all’aperto".

Ma secondo gli esperti, i dati epidemiologici non sono ancora i migliori possibili per ulteriori riaperture…
"Parliamo di aperture solo nei casi in cui i dati scientifici ci dicono che la situazione è da zona gialla. È un rischio ragionato. Nessuno nega l’evidenza dei dati. Prima del nostro intervento, si parlava di zona arancione e zona rossa a tempo indeterminato. Certo, poi il modo per uscirne definitivamente è l’accelerazione della campagna vaccinale. Ma questo non dipende dal governo né dalle Regioni, perché le dosi dei vaccini arrivano dall’Unione europea".

A qualche mese dall'inizio della navigazione, qual è il rapporto con gli “alleati anomali”, Pd e 5 Stelle, nel governo?
"Non è un esecutivo che si basa su un’alleanza politica, ma su un’emergenza nazionale. Ha messo insieme quasi tutte le forze politiche con un’agenda fissata dal Presidente della Repubblica: la prosecuzione della campagna vaccinale, la crisi economica e la preparazione del Pnrr. Il governo ha questi scopi. Ci sono argomenti che dividono e in questa fase stiamo cercando di evitarli, perché sappiamo che non ci sarebbe la maggioranza per approvare i provvedimenti. Ci concentriamo principalmente sui temi legati all’emergenza Covid. C’è un sano pragmatismo: sappiamo che questa è un’esperienza a tempo e che comporta dei compromessi. Torneremo a dividerci, su fronti opposti, spero prima possibile".

Tra i temi divisivi c’è il ddl Zan. Cosa succede se si affronta il voto in Aula?
"Il primo approccio è quello di cercare un accordo con la nuova maggioranza. C’è la volontà di lavorare agli aspetti che ci preoccupano di più, così si prova a varare un testo digeribile per tutti. Non sarebbe un bel segnale se la vecchia maggioranza lo approvasse senza tenere in considerazione la nuova situazione. Questo creerebbe un precedente e anche noi potremmo mettere sul tavolo dei temi divisivi".

Sulla politica estera il governo sembra soddisfare la Lega, come è successo con Erdogan…
"Nella sua posizione Draghi si può permettere di dire cose di assoluto buonsenso, che se fossero state dette da Salvini sarebbero state etichettate come dichiarazioni inaccettabili. Draghi ha detto la verità su Erdogan. Ha uno standing internazionale per cui può dirlo. Ma penso anche al fatto che ha bloccato l’esportazione di vaccini verso Paesi extra-Ue: nessuno ha pensato che Draghi volesse sfasciare l’Europa e il libero mercato. Se lo avesse fatto un esponente della Lega, si sarebbero sprecate le critiche".

Invece con gli alleati storici del centrodestra, c’è il rischio che ci siano degli strascichi in futuro con Fratelli d’Italia?
"Dipende dalla posizione che vuole assumere Fratelli d’Italia. Al livello di governo ha deciso di stare all’opposizione: è una scelta che non condividiamo perché il centrodestra avrebbe avuto più forza se fosse stato tutto all’interno del governo. Ma fa parte del gioco politico. Si presenta un problema diverso, invece, se ci sono divisioni sui territori".

Infatti per le Amministrative è ancora tutto fermo. Ci sono nodi sulla formazione delle coalizioni: pesano le tensioni con il partito di Giorgia Meloni?
"Nelle ultime settimane Fratelli d’Italia, in alcune giunte regionali, ha agito quasi da opposizione alle maggioranze di cui pure fa parte. Spero che non facciano debordare le tensioni 'romane' sulle amministrazioni locali. Questo sarebbe un problema. Quindi per le Amministrative dipende da quanto Fratelli d’Italia tira la corda".

L'argomento delle ultime ore è sportivo, ma anche politico. Qual è la sua idea sulla Superlega?
"Io tifo Alessandria, la squadra della mia città, e mi considero un romantico del calcio. Ho sempre seguito anche il calcio minore. Non sono d’accordo con la decisione della Superlega. Il modello americano snaturerebbe il sogno del calcio, che prevede magari l’Alessandria di nuovo in serie A".

Come Lega pensate a possibili iniziative politiche da adottare contro questo progetto?
"Bisogna prendere atto della normativa europea. Sono società private, quotate in Borsa, e possono fare quello che vogliono. Poi la posizione della Uefa mi ha fatto sorridere, perché di fatto ha creato una Superlega con l’allargamento degli anni scorsi della Champions League. C’è stato uno stacco tra i top club e le squadre minori. Così ora le società più importanti vogliono fare un ulteriore salto. Diciamo che da tempo c’è un calcio dei ricchi e quello di tutti gli altri".

Tornando alla politica nostrana, come giudica il video di Grillo a difesa del figlio?
"È stato disgustoso, a cominciare dal mancato rispetto della vittima e in generale delle donne. Si commenta da sé il fatto che, secondo lui, non possa essere attendibile una denuncia di violenza fatta a distanza di una settimana. La volgarità e l’assurdità sono evidenti".

Colpisce anche il cambio di giudizio verso la giustizia…
"C’è un aspetto politico in questa vicenda: la nemesi di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle. Grillo ha avvelenato la mente degli italiani per anni, creando un Movimento basato sull’odio e sul giustizialismo. Ma appena è capitato a lui, ha reagito in questo modo. Eppure ricordiamo i metodi dei grillini: hanno costruito la loro fortuna sul dileggio, sull’intolleranza e sulla calunnia. Così è stato scoperto il grande inganno, quell’ipocrisia che ha portato i 5 Stelle a essere il primo partito in Italia. E che ha fatto un danno culturale al Paese che resterà a lungo. Infine è grave e inaccettabile che il capo del primo partito in Parlamento tenti di intimidire i magistrati, scagliandogli contro orde di seguaci sui social. Una roba da Stato sudamericano".

Qual è il futuro della Lega in Europa dopo aver sostenuto un governo guidato da un super europeista come Draghi?
"Questa esperienza chiarisce l’idea della Lega sull’Europa. In passato è stata data un’idea macchiettistica della Lega che voleva sfasciare l’Europa e che avrebbe assunto posizioni anti-atlantiste. Rivendichiamo il diritto di essere critici, anche perché il Covid ha dimostrato le debolezze delle regole europee. Molte sono state sospese o superate. Penso, per esempio, alla sospensione del Patto di stabilità. Di fronte a una crisi sanitaria ed economica si è manifestata la debolezza dell’Unione europea. Sono cose che la Lega dice da venti anni, ma erano identificate come posizioni eretiche. E il fatto che sosteniamo Draghi legittima il fatto che siamo eurocritici".

È pensabile l’ingresso nel Ppe?
"Da un punto di vista di posizionamento in Parlamento, deciderà Salvini.

Ma ritengo difficile entrare nel Ppe, che in questi anni insieme al Pse ha sostenuto tutte le politiche di austerità e le delocalizzazioni. Ma l’esperienza del governo Draghi chiarisce che non vogliamo distruggere l’Europa, ma migliorarla".

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