Fughe, urla e monologhi. ​Il triste teatrino di Grillo

Beppe Grillo è voluto tornare sulla scena politica con il suo solito stile. Il comico sta provando in tutti i modi a tenere unito il MoVimento

Fughe, urla e monologhi. ​Il triste teatrino di Grillo

Beppe Grillo è un comico. Quindi, è abituato a mettere in scena teatrini e show. Anche questa mattina lo ha fatto. Anzi, ha iniziato ieri sera quando ha fatto trapelare che era arrivato a Roma, ma non si è fatto beccare. Questa mattina, però, ha messo in atto quello che ha imparato nella sua carriera. Prima ha pubblicato sul suo blog un post dal titolo "In alto i profili", una sorta di piccolo documento programmatico (che proprio nel momento in cui scriviamo è stato allungato ulteriormente), chiuso con una classica frase ad effetto ("Le fragole sono mature. Le fragole sono mature"), poi ha incontrato alla Camera i vertici del M5S (con il nuovo ingresso di Giuseppe Conte) e infine sono partite le consultazioni con Mario Draghi.

E se ciò che ha scritto sul suo blog si commenta da sé, è interessante capire cosa ha fatto dopo. Il vertice con il MoVimento è durato circa 45 minuti. L'Adnkronos riferisce che abbia "motivato i big con un monologo-show di 45 minuti" e che le sue urla si siano sentite anche a diversi metri di distanza. Tanto che giornalisti e videomaker hanno tentato in tutti i modi di allungare le orecchie per carpire le frasi, ma senza successo. Si sa: Grillo non ama passare inosservato. Il suo ritorno sulla scena politica deve fare effetto ed essere ad effetto. Altrimenti chi si accorgerebbe di lui? Chi starebbe ad ascoltare tutto e il contrario di tutto?

Ma torniamo al vertice 5 Stelle. Come dicevamo, il comico pare abbia svolto principalmente il ruolo del motivatore e di colui che tiene compatta la squadra (?). "Vi voglio uniti e compatti! Dobbiamo difendere i nostri temi e mettere l'ambiente al centro", avrebbe detto. Secondo una fonte pentastellata riportata dall'Adnkronos, Grillo avrebbe anche citato "Radio Londra" come simbolo della "resistenza". Dopo il suo show, pochi altri avrebbero parlato. Giuseppe Conte avrebbe detto un timido "sarà importante il perimetro della maggioranza, al momento non è importante sapere se io farò parte del governo", mentre Roberto Fico - collegato telefonicamente - si sarebbe limitato a un "non possiamo stare a guardare, dobbiamo esserci e gestire il Recovery Plan". Fine.

Terminato qui lo spettacolo? Macché. Dopo le consultazioni con Draghi (sembra che ci siano stati anche diversi momenti di ilarità durante l'incontro) e prima di riferire alla stampa, Grillo è scappato. O meglio, ha fatto finta di scappare in modo da attirare ancora di più l'attenzione su di sé. Un suo classico giochetto, insomma. Ma una volta lasciato Montecitorio non poteva far spegnere così - come se nulla fosse - i riflettori che lo puntavano con quelle luci abbaglianti. Per questo, è volato su Facebook e si è improvvisato filosofo. "Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l'insuccesso sicuro: voler accontentare tutti" (Platone).

Wow, verrebbe da dire. Ma il senso di queste parole? Forse Grillo con questo messaggio vuole riferirsi alla fase travagliata che sta vivendo il MoVimento. Non tutti, infatti, sono entusiasti dell'apertura a un esecutivo guidato dall'ex presidente della Bce.

Chi in chiaro e chi per bocca di altri fa sapere che non voterà la fiducia al nuovo governo. Ma il comico non può permetterlo. La sopravvivenza del 5 Stelle è legata al premier incaricato. Così si "giustifica" il suo ritorno a Roma tra i grandi palazzi. Così Beppe è ritornato a fare il suo triste show.

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