Fuori Calenda, Letta fa le liste con Emiliano e Boccia

Quattro ore di riunione tra il segretario e la corrente pugliese: dentro gli uomini di Emiliano

Fuori Calenda, Letta fa le liste con Emiliano e Boccia

Finita forse la trattativa sui partiti, dopo la porta in faccia di Calenda, Enrico Letta, è alle prese con quella sulle liste. E qui la processione è più lunga e più lenta.

Il segretario del Pd ha convocato la direzione nazionale per sabato, e sarà quella che dovrà approvare le liste. Per questo da ieri è partita la questua dei posti, con la ruota degli incontri con i portatori di voti o di interesse, spostata all’Arel (associazione personale di Letta) anziché al Nazareno.

Ad oggi nessuna deroga ancora è stata concessa per i parlamentari al terzo mandato e i consiglieri regionali, che per statuto non possono candidarsi.

Al loro posto quindi delle new entry: le ex sindacaliste Susanna Camusso e Annamaria Furlan, Elly Schlein in attesa delle sardine, i segretari provinciali Marco Saracino, Nicola Irto e Silvia Roggiani di Milano, la moglie di Fratoianni e quella di Franceschini, riconfermati tutti i ministri uscenti, e grande ritorno di Gianni Cuperlo. Per il resto si ripiazzano i nomi forti del Pd: Provenzano (che sta scrivendo il programma) in Sicilia, il figlio di De Luca in Campania, Serracchiani in Friuli. A loro Letta vuole aggiungere personalità forti della società civile da paracudatare nei territori.

Poi però c’è da spartire il cencelli delle correnti. E cosi, dopo aver garantito gli ex renziani di base riformista, ieri per 4 ore di seguito Letta ha tenuto a banco la corrente pugliese: seduti con il segretario nazionale Michele Emiliano, Francesco Boccia, il sindaco di Bari Antonio Decaro, il segretario regionale Marco Lacarra, e il sindaco no-tap di Gallipoli Stefano Minerva.

Le liste del Pd in Puglia le fanno loro, ma questo non basta. Era necessario infatti fare spazio, oltre agli iscritti Pd, ai fedelissimi di Emiliano che lui ha tenuto volutamente fuori dal partito come strategia per pescare voti da destra. La richiesta era nota: un posto blindato per il suo capo di gabinetto Claudio Stefanazzi e uno per il suo assessore al Lavoro Sebastiano Leo. A questo si sono aggiunte le richieste di Decaro per infilare alle politiche i suoi consiglieri comunali. La settimana scorsa Letta aveva negato la richiesta. Ma, ora che è uscito Calenda, che mai lo avrebbe consentito, oltre ai posti il Pd si sono liberato anche delle posizioni sviluppiste che nell’amministrazione pugliese hanno trovato sempre una dura opposizione nimby.

Letta ha deciso di fare spazio nelle liste agli uomini di Emiliano candidando barricadieri contro tap, trivelle, Ilva, e

tutte le battaglie tipiche di un movimento 5 stelle da cui ormai dice di prendere le distanze, ma che vengono combattute da esponenti che contro il gas sventolano la bandiera Pd perché altrimenti arrivano le destre putiniane.

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