Furia russa. E Biden "libera" i missili

Dalla Casa Bianca ok all'uso di armi a lungo raggio. Un "affronto" alla dottrina Trump

Furia russa. E Biden "libera" i missili
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Putin si sta sempre più convincendo che la strada dei negoziati non è poi così distante, ma vuole sedersi al tavolo delle trattative con un vantaggio considerevole sull'avversario. Ed è questo il motivo per cui tra sabato e domenica ha ordinato ai suoi generali di sferrare uno degli attacchi più massicci di questi mille giorni di conflitto, che ha provocato 9 morti e 54 feriti tra i civili. Un'azione che però ha spinto Joe Biden a consentire a Kiev, dopo mesi di estenuanti trattative, l'uso dei missili Atacms in profondità, ovvero in Russia. Lo rivela il New York Times. Questa mossa, prima dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, potrebbe cambiare ancora una volta gli scenari del conflitto, facendo saltare i tavoli negoziali quasi in fase di allestimento. E Putin avverte che «la partecipazione diretta dell'Occidente allo scontro cambierà l'essenza della guerra. Prenderemo le decisioni in base alle minacce che si presenteranno».

Nel corso della notte e della mattinata, i cieli dell'Ucraina sono stati oscurati da centinaia di droni, missili da crociera, balistici, e ipersonici Zirkon, Iskander e Kinzhal, e dai Kalibr partiti dalle navi posizionate sul Mar Nero. Il ministero della Difesa di Kiev sostiene che siano stati lanciati circa 150 missili e un centinaio di velivoli senza pilota, per lo più di nuova concezione e con la micidiale carica termobarica. Il ministro degli Esteri ucraino, Andryi Sybiha, parla di «assalto contro città pacifiche, civili dormienti e infrastrutture essenziali». Nessuna area è stata risparmiata dalla feroce zampata dell'orso di Mosca, che ha colpito persino a ovest di Leopoli, a due passi dal confine polacco. Non a caso il comando operativo militare di Varsavia ha fatto decollare sei caccia F-16 Fighting Falcon, rimasti tre ore in volo, per evitare che missili o droni cadessero ancora una volta (era accaduto a fine agosto) nell'area di Tyszowce, non lontano da Lublino. «La situazione è tornata alla normalità - ha spiegato il ministro della Difesa polacco Kosiniak-Kamysz - ma l'allerta resta alta, tant'è che abbiamo chiesto agli alleati occidentali di sostenere le nostre eventuali iniziative di difesa». Riferendosi anche alla violazione dello spazio aereo moldavo. L'obiettivo del nemico «erano le infrastrutture energetiche in tutto il Paese, anche quelle militari. Purtroppo, ci sono danni importanti», ha scritto il presidente ucraino Zelensky sul suo canale Telegram, ricordando che gli F-16 in dotazione sono riusciti ad annientare «almeno 10 missili».

Autorità locali e media di Kiev riferiscono di numerose esplosioni in tutto il Paese, in particolare nel sud a Zaporizhzhia, Odessa, Mykolaiv e Chernihiv. Interruzioni della distribuzione di elettricità hanno colpito la capitale Kiev e la sua regione, così come gli oblast di Donetsk e Dnipropetrovsk. Anche domani la corrente elettrica verrà erogata solo in poche fasce orarie, anche perché le centrali nucleari di Rivne, Zaporizhzhia, Chmelnyckyj e Juznoukrainsk si sono trovate costrette a ridurre la produzione di elettricità a scopo precauzionale. La loro vulnerabilità preoccupa il direttore generale dell'Aiea Grossi: «La sicurezza degli impianti viene messa sotto pressione. Si rischia una catastrofe». Mosca ha rivendicato l'operazione spiegando di aver «inflitto un duro colpo a infrastrutture che assicuravano il funzionamento del complesso militare-industriale».

In risposta Kiev ha lanciato 57 missili e 36 droni su Belgorod e Kursk (un drone ha ucciso la giornalista Yulia Kuznetsova), dove i soldati di Pyongyang combattono al fianco di Mosca.

Secondo gli analisti, la Corea del Nord potrebbe inviare fino a 100mila soldati per aiutare la Russia. E proprio nel Kursk «coreano» potrebbero colpire i primi Atacms.

Azioni contro la guerra si sono svolte in Australia, Usa, Nuova Zelanda, Georgia, Svizzera e Berlino, con la vedova di Navalny.

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