Furto a Scarlett Johansson, la voce all'intelligenza artificiale

Il nuovo assistente di ChatGPT parla come l'attrice. E lei ottiene di far rimuovere la funzionalità

Furto a Scarlett Johansson, la voce all'intelligenza artificiale
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Ruvida ma limpidissima come una bottiglia appena stappata. A tratti squillante, sensuale sempre, decisamente inconfondibile. Non c'è voluto molto per riconoscersi. E quando lo ha fatto, si è imbestialita. Aveva espressamente negato il consenso a prestare la sua voce a ChatGPT e invece, al primo ascolto di Sky (il nuovo assistente di GPT-40), lo shock. Così, l'attrice Scarlett Johansson ha preteso e ottenuto che la società di Sam Altman rimuovesse la funzionalità. La diva, che in passato ha interpretato un'assistente vocale virtuale nel film Her di Spike Jonze ispirando forse l'idea al Ceo di ChatGPT, ha spiegato di aver chiesto alla società di «dettagliare l'esatto processo» attraverso cui è stata creata la voce identica alla sua.

Johansson ha raccontato anche che due giorni prima della pubblicazione dei primi demo Altman le aveva scritto per insistere e chiederle nuovamente di riconsiderare la sua decisione, ma che «prima ancora che potessimo rispondere, l'aggiornamento era già disponibile».

Poi la scoperta sentendo parlare Sky. Secondo la Johansson, Altman avrebbe affrontato tutta la faccenda con una certa sfrontatezza dal momento che la scorsa settimana aveva presentato l'aggiornamento con un post su X accompagnato dalla scritta «Her». E a quel punto, il rimando all'attrice era stato evidente. In quella pellicola del 2013, Scarlett doppiava la voce di Samantha, l'assistente vocale di cui si innamora il protagonista Theodore Twombly (Joaquin Phoenix). In quel film precursore c'era già un embrionale concetto di Intelligenza Artificiale. Quindi il rimando al lavoro di Jonze è stata una comprensibile tentazione e per quanto riguarda Scarlett Johansson... beh lei è la tentazione per eccellenza. Ciò non toglie che l'attrice abbia espressamente negato il suo consenso e che la società di Intelligenza Artificiale abbia ignorato il divieto. Un primo assaggio delle defraudazioni alle quali l'IA rischia di sottoporre identità, fisionomie, dati, emozioni, mestieri e quant'altro. Anche se, in questo caso, il furto sembra essere stato ideato da un'intelligenza fin troppo umana.

Johansson scrive: «In un'epoca in cui siamo alle prese con i deepfake e con la tutela della nostra immagine, del nostro lavoro, della nostra identità, credo che queste siano domande che meritano assoluta chiarezza». Proprio ieri, il Consiglio Europeo ha approvato il primo regolamento sull'IA. Ma tornando a ChatGPT, ad Altman e al «furto» con poca destrezza: Scarlett ha davvero una bella voce, ma senza quel corpo...

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