nostro inviato a Fiuggi (FR)
Tra speranze di tregua in Libano, e rinnovato supporto all'Ucraina, perché possa arrivare «in posizione di forza», come dice Antonio Tajani, a un futuro negoziato, si è chiuso ieri a Fiuggi il G7 dei ministri degli Esteri. L'ultimo presieduto dall'Italia, che ora passa il testimone al Canada.
Se la condivisione è apparsa totale sull'impegno, invio di armi incluso, per la difesa di Kiev (ieri a Fiuggi c'era anche il ministro degli Esteri ucraino), e sulla condanna durissima ai tentativi di escalation da parte russa, tra minacce atomiche e truppe nordcoreane in Europa, ad accendere la discussione interna al vertice è stato il mandato di arresto della Corte penale internazionale contro Netanyahu. Per la Commissione Ue, Josep Borrel entra a gamba testa contro Israele: «I Paesi Ue devono applicare le decisioni della Corte». L'amministrazione Usa, rappresentata a Fiuggi dal Segretario di Stato Anthony Blinken, ha però già definito «scandalosa» l'equivalenza stabilita tra governo di Gerusalemme e terroristi di Hamas. Concetto ribadito da Tajani, e alla fine scritto - dopo lungo dibattito - nella dichiarazione finale del G7. Tajani non ha nascosto perplessità «pragmatiche» sul tema, anche durante la conferenza stampa conclusiva: «Rispettiamo il diritto internazionale» ma i «dubbi giuridici» restano. «Si può arrestare un capo di governo? E come? Esiste un'immunità internazionale o no?». L'unico precedente, ricorda, è quello di Milosevic: «Ma furono i serbi a consegnarlo all'Aja».
L'Italia esce dal summit incassando il riconoscimento di Blinken alla «strong leadership» di Giorgia Meloni e alla altrettanto forte «partnership» costruita con il governo di Roma. «Siamo al centro del confronto internazionale» dice Tajani, che rivendica un nostro «ruolo primario» anche nel futuro controllo dell'applicazione del cessate il fuoco in Libano, con la presenza di Unifil (tra breve a guida italiana) ad «impedire il radicarsi di Hezbollah al confine». E anche con l'aiuto umanitario, col piano «Food for Gaza»: «Già domani partiranno alimenti, aiuti e camion Iveco» destinati alla Striscia. Quanto all'Ucraina, il ministro vede «crepe» tra Russia e Cina, che «non credo condivida» il coinvolgimento della Nord Corea, «di cui non era neanche informata». Ma ricorda anche il «messaggio chiaro» del G7 sul Venezuela: «Non riconosciamo la vittoria di Maduro», i venezuelani hanno votato per Gonzales.
Per Blinken, l'Ucraina «combatte per noi: l'aggressione russa è contro tutti i principi internazionali, e se la lasciamo impunita il messaggio a tutti gli
aggressori sarà che la stagione della caccia è aperta» Per questo è «nel nostro interesse anche nazionale» bloccare l'espansionismo di Mosca: «Sono convinto che il supporto Ue continuerà, e spero anche quello degli Usa» con Trump.
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