Il gatto ucciso dal cane di papà. Divorzio bestiale in casa Le Pen

Il rapporto tra il fondatore del Front National e la figlia, nuova icona del partito, ha retto alle differenze politiche. Ora l'incidente domestico li ha divisi per sempre

Il gatto ucciso dal cane di papà. Divorzio bestiale in casa Le Pen

Idee diverse sul futuro del partito? Diatribe su frasi politicamente scorrette? No. La pasionaria di Francia se ne è andata dopo che una delle sue adorate gattine è stata sbranata dal dobermann del padre. Chissà quante volte si sarà lamentata Marine della ferocia del cane, e chissà quante volte Jean Marie avra minimizzato. Fino all'altro giorno quando la micetta è stata uccisa. Eccola la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che l'ha portata a lasciare una volta per tutte la tenuta di famiglia nei pressi di Parigi, per trasferirsi a vivere lontana dai «cagnacci» del padre.

Ora pare che già da tempo Marine sognava di trasferirsi altrove. È probabile che non avesse mai trovato l'occasione giusta per discuterne con l'ingombrante padre. Fino all'uccisione della sua micia.

E forse non era stato un caso che per la prima volta a giugno aveva avuto la forza di prendere le distanze dal padre per le sue battute antisemita nei confronti del cantante di origini ebraiche Patrick Bruel. Secondo le indiscrezioni di L'Express la leader frontista ha già acquistato una proprietà a La Celle-Saint-Cloud, nel dipartimento delle Yvelines, a pochi chilometri da Parigi. Secondo il giornale francese, che rivela la vicenda, si tratta di una grande villa con giardino, dove potrà organizzare dei ricevimenti. E dove soprattutto i suoi animali domestici potranno vivere in pace e serenità senza l'incubo dei cani del padre.

Altro che terza via. Con la sua reazione Marine ha davvero fatto breccia nel cuore degli animalisti di tutto il mondo. Lei, che ha avuto il merito di sdoganare il partito dell'estrema destra, che ha rinnegato l'ideologia razzista del padre, empatica con il francese medio, con questa mossa, ha definitivamente ammaliato i suoi elettori. C'è voluto un gatto per mettere fine al rapporto ormai troppo complesso di Marine con Jean-Marie.

Erano mesi ormai che tra padre e figlia si era incrinato qualcosa di profondo. Jean- Marie l'ha definitivamente capito a giugno quando la figlia aveva preso le distanze dalla frase contro gli ebrei. Lui, con la stizza di chi sa di essere un ormai numero due, le aveva risposto inacidito: «Ti sei allineata». Era l'inizio della fine. Prima c'era stata la lunga, lenta emancipazione di Marine; con la tolleranza dei matrimoni gay, accantonando le ossessioni del padre in tema di guerra, strizzando l'occhio ai giovani con l'idea dell'anti-sistema. Fine di una visione politica comune, ma di più: emancipazione di una figlia. Dopo aver accantonato le ossessioni paterne in tema di guerra, colonie perdute e purezza etnica, ha rivendicato l'amore per i felini sui cani.

E così, neppure le passioni più domestiche ormai potevano più andare d'accordo.

Lui e i suoi dobermann, lei e i mici bengalesi. La convivenza ormai era diventata impossibile. Proprio come cani e gatti, padre e figlia hanno preso finalmente strade diverse. La più clamorosa conferma che l'animalismo è di destra.

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