Prima gli ospedali, ora le scuole. La caccia israeliana ai covi di Hamas non si ferma nella Striscia di Gaza. Ma l'offensiva per scovare armi e rifugi degli integralisti allunga la lista delle vittime palestinesi - ormai oltre la soglia dei 12mila morti, secondo Hamas - e accresce il pressing internazionale per la richiesta di un cessate il fuoco. Una scuola gestita dall'Onu e usata come rifugio per gli sfollati, ad Al Fakhoura, nel campo profughi di Jabalia, nord della Striscia, sarebbe stata bombardata all'alba di ieri, provocando oltre 50 morti, che si aggiungono alle 32 vittime di un raid in una casa. In giornata era stato l'esercito israeliano a riferire di un raid in una scuola superiore a Gaza, dove l'Idf ha annunciato di aver trovato «grandi quantità di armi e attrezzature militari» di Hamas e di aver ucciso alcuni membri del gruppo.
L'area di Jabalia è considerata da Tsahal, l'esercito israeliano, una delle roccheforti di Hamas, zona operativa di quattro battaglioni del gruppo e centro di comando della Brigata integralista di Gaza Nord. L'Idf non ha confermato la notizia del raid sulla scuola e sta indagando. Ma le immagini delle vittime scatenano non solo la reazione di Hamas, che parla di «pulizia etnica» e «crimini di guerra» di Israele. L'Egitto condanna fermamente il raid, l'Unrwa, l'agenzia Onu per i profughi palestinesi, parla di «immagini e filmati terrificanti» e insiste sul cessate il fuoco: «Non può aspettare». Gli fa eco il presidente turco Erdogan, che torna a scagliarsi contro Netanyahu. Anche l'Unicef s'indigna e chiede lo stop alle armi, come il cancelliere tedesco Olaf Scholz che, pur esprimendo «piena solidarietà a Israele», preme su Netanyahu perché venga «alleviata subito la situazione umanitaria a Gaza». Il premier ribadisce che Israele opera «secondo i codici internazionali», che è «determinata a combattere fino a quando non avrà distrutto il nemico e recuperato gli ostaggi». Quanto al cessate il fuoco, anche Joe Biden frena, spiegando sul Washington Post che ad Hamas «serve per ricostituire le scorte di razzi, riposizionare i combattenti e iniziare nuovamente a uccidere i civili». Il consigliere per il Medio Oriente, Brett McGurk, aggiunge che una pausa significativa ci sarà solo se gli ostaggi saranno rilasciati.
La guerra entra oggi nel suo 44esimo giorno e si combatte ancora intensamente attorno a tre ospedali di Gaza. Ad Al Shifa, dove gli israeliani hanno fatto irruzione mercoledì, rimarrebbero 120 pazienti gravi e alcuni bambini prematuri che rischierebbero la vita lasciando l'ospedale. Secondo fonti palestinesi, Israele avrebbe ordinato l'evacuazione in un'ora, costringendo centinaia di persone a lasciare la struttura. L'Esercito smentisce e sostiene di aver raccolto le richieste del direttore dell'ospedale, garantendo un «percorso sicuro» di uscita per i rifugiati nell'ospedale e i pazienti meno gravi. A piedi, sventolando bandiere bianche, in centinaia si sono messi in marcia. Accade anche nel sud della Striscia, dove l'esercito ha chiesto ai civili di Khan Yunis di muoversi verso ovest. Secondo fonti della tv pubblica Kan, qui si nascondono ora i capi di Hamas, Yahya Sinwar e Mohammed Def, e l'offensiva potrebbe intensificarsi. Fra venerdì e sabato i raid israeliani hanno fatto 26 morti, in gran parte bambini.
Eppure né Hamas né Hezbollah
fermano i razzi su Israele, che nel sud del Libano risponde con bombardamenti più intensi sul confine. In Cisgiordania, 5 palestinesi sono rimasti uccisi in un'operazione dell'Idf nel campo profughi di Balata, vicino a Nablus.
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