Gaza, quasi 100 morti nel raid israeliano. L'Onu: "Stop immediato alla guerra"

Le bombe colpiscono diversi edifici residenziali. Le Nazioni Unite: "Un incubo". Ucciso anche un comandante dell'Idf

Gaza, quasi 100 morti nel raid israeliano. L'Onu: "Stop immediato alla guerra"
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Quasi 100 vittime in 24 ore. La Striscia di Gaza si conferma teatro di nuovi orrori dopo il bombardamento che sabato sera ha colpito un edificio residenziale a Beit Lahia, nel nord. Un «incubo che si sta intensificando», lo ha definito il coordinatore delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, che per conto dell'Onu chiede nuovamente uno «stop immediato» ai combattimenti.

L'esercito israeliano, secondo il medico palestinese Raheem Kheder, citato a «Al Jazeera», ha raso al suolo un edificio a più piani e almeno quattro abitazioni vicine. Mounir al Bursh, direttore generale del ministero della Sanità palestinese, ha descritto una situazione sanitaria già «catastrofica», aggravata dall'afflusso di feriti. Medici senza frontiere (Msf) ha lanciato un appello urgente affinché Israele fermi gli attacchi contro gli ospedali nel nord. «La violenza senza sosta e le operazioni militari israeliane che stiamo osservando nelle ultime due settimane hanno conseguenze terrificanti», ha dichiarato Anna Halford, coordinatrice d'emergenza per Msf.

«L'attacco ha fatto seguito a settimane di operazioni che hanno causato decine di vittime civili e a una quasi totale mancanza di aiuti umanitari per le popolazioni del nord. Nessun posto è sicuro a Gaza», ha proseguito il coordinatore Onu Wennesland, che ha condannato i continui attacchi ai civili. «Questa guerra deve finire, gli ostaggi tenuti da Hamas devono essere liberati, lo sfollamento dei palestinesi deve cessare e i civili devono essere protetti ovunque si trovino», ha aggiunto il Coordinatore Onu, secondo cui anche «gli aiuti umanitari devono essere consegnati senza ostacoli».

Secondo il portavoce arabo dell'esercito israeliano, Avichay Adraee, almeno 5 mila palestinesi hanno lasciato il campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia, utilizzando percorsi speciali. Ma sono più di 500 le persone nel nord da quando Israele è tornata a dispiegare truppe nell'area. Secondo l'Unrwa, le operazioni israeliane nel campo profughi, il più grande della Striscia, mettono «decine di migliaia di persone in grave pericolo», impedendo loro l'accesso ai bisogni primari come cibo o acqua potabile. «Le squadre umanitarie e di soccorso devono poter accedere senza indugio per salvare vite umane», ha affermato l'agenzia in un messaggio sui social media.

Secondo Hamas, sarebbero più di 42.600 i morti a Gaza dal 7 ottobre 2023, quando sono iniziate le operazioni militari israeliane contro Hamas in risposta all'attacco in Israele. I feriti sarebbero 99.795.

Ma i morti sono anche in campo israeliano.

Ieri il comandante della 401ma brigata corazzata delle Idf, il colonnello Ehsan Daqsa, è stato ucciso durante i combattimenti nel nord della Striscia. Il carro armato sul quale viaggiava è stato colpito da rdigni esplosivi durante le operazioni nel campo profughi di Jabalya.

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