Germania, via il leader eletto con l'ultradestra. La Merkel è furibonda

Governatore grazie ai voti dell'AfD, il liberale Kemmerich lascia per le polemiche

Germania, via il leader eletto con l'ultradestra. La Merkel è furibonda

Berlino Il suo mandato resterà negli annali della politica tedesca: Thomas Kemmerich, il secondo esponente del Partito liberale (Fdp) mai eletto presidente di un Land, si è dimesso un giorno dopo la sua elezione. E la Turingia da lui presieduta per così poco tempo si avvia a tornare alle urne. Il passo indietro di Kemmerich è stato richiesto un po' da tutti i partiti e leader tedeschi, non ultima la cancelliera Angela Merkel che ha definito «imperdonabile» la modalità della sua elezione. E cioè che Liberali e Cdu, il partito che Merkel ha consegnato nelle mani della sua delfina Annegret Kramp-Karrenbauer (Akk), hanno piazzato Kemmerich sul cadreghino di governatore grazie ai voti di Alternative für Deutschland (AfD). Con un'aggravante: che la sezione della Turingia di AfD è guidata da Björn Höcke, esponente della destra nazionalista e revanscista, prodigo di uscite revisioniste nonché leader del Flügel, corrente del partito messa sotto controllo dai servizi di intelligence federali per presunte connivenze con gli ambienti del neonazismo.

Con l'elezione di Kemmerich le destre hanno impedito il ritorno al potere di Bodo Ramelow, esponente della Linke e Ministerpräsident nella scorsa legislatura di una non comune coalizione rosso-rosso-verde guidata dagli eredi politici della Ddr. Ma così è la Turingia: nel piccolo Land orientale (2,2 milioni di abitanti), la Linke è il primo partito con il 31% dei voti, seguita da AfD che raccoglie invece il 23% abbondante dei consensi. La sconfitta di Ramelow, battuto 45 voti contro 44 da parte di Kemmerich, è stata una vittoria di Pirro del fronte moderato.

In Turingia si è votato lo scorso ottobre e per tutta la durata della campagna elettorale, come anche nei mesi successivi dedicati al negoziato fra partiti, Liberali e Cdu hanno promesso che non avrebbero mai lavorato con alcuno dei due partiti considerati non democratici. Ma con i loro 26 voti complessivi sui 90 del Parlamento di Erfurt, Liberali e Cdu possono ben poco; e anche se ottenessero l'appoggio di Verdi e socialdemocratici non supererebbero i 39 seggi. Senza dimenticare che mercoledì i progressisti hanno ricoperto Kemmerich di insulti, escludendo a prescindere di lavorare con un politico reo di aver accettato i voti dei sovranisti.

A Niels Diederich, decano dei politologi della Freie Universität Berlino, il Giornale ha chiesto cosa c'è da aspettarsi dalla politica tedesca dopo lo strattone arrivato da Erfurt. «Credo che entro la fine di questo anno osserveremo una manovra di riposizionamento della Cdu». Nessuna scissione, «ma il rafforzamento dell'ala conservatrice», quella cioè che non vuole tenere assieme centristi, progressisti e moderati ma che punta a sfidare AfD per ottenere la leadership nel campo conservatore. «Solo così la Cdu potrà guidare il paese da una posizione di forza». Non è una coincidenza, osserva ancora Diederich, «che nelle ore in cui Merkel e Akk condannavano la vicinanza fra Cdu e AfD a Erfurt, Friedrich Merz si dimetteva da membro del consiglio di sorveglianza del fondo di investimento Blackrock, annunciando di volere concentrare le proprie energie nelle attività di partito».

Cavallo di razza e anima «destra» della Cdu, Merz è il primo rivale interno del duo Merkel-Akk. La cancelliera gli sfilò la guida del partito nel 2002, Akk lo ha fatto a dicembre 2018. Oggi Merz ha mani libere per tornare e impostare, come promesso, un'agenda conservatrice per la Cdu.

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