
La Germania è nel caos a 26 giorni alle elezioni anticipate del 23 febbraio, travolta dal crollo del mito di saper gestire l'immigrazione più e meglio di altri. «Ce la faremo», dichiarava l'allora cancelliera Angela Merkel della Cdu nel 2015, durante la crisi dei migranti. «Non ce la possiamo più fare», ha ammesso dieci anni dopo Friedrich Merz, successore di Merkel alla guida dei cristiano-democratici che ha cancellato uno dei pilastri della «pax merkeliana». Per il candidato cancelliere dei popolari, è necessaria una svolta radicale al fine di contrastare l'immigrazione irregolare. «La misura è colma», ha tuonato Merz dopo l'attacco con coltello del 22 gennaio ad Aschaffenburg. Un profugo afghano, che avrebbe dovuto essere espulso ma è rimasto in Germania per motivi da chiarire, si è scagliato contro un gruppo di bimbi, uccidendone uno marocchino di due anni e ferendo una coetanea siriana. Un tedesco lanciatosi in soccorso ha pagato con la vita il suo eroismo. La scia di sangue continua a Beelitz dove, l'altroieri, un richiedente asilo della Guinea è stato arrestato per aver tentato di sgozzare un'ucraina e perché sospettato dell'omicidio di un militante dell'organizzazione giovanile della CDU, ucciso con coltellate al collo il 14 gennaio nella stessa città. Ad Hanau, quattro giorni fa, è stato arrestato un afghano richiedente asilo con due coltelli, un'ascia, un martello e un cartello su cui era scritto «Morte ai tedeschi». Queste violenze segnano il fallimento della gestione dell'immigrazione, dovuto a una burocrazia elefantiaca e all'inefficacia del regolamento di Dublino. Nel 2024, in esecuzione della normativa Ue, la Germania ha trasferito negli Stati membri di primo arrivo solo 5.827 migranti sui 74.583 da ricollocarvi. A tutto questo, Merz è deciso a reagire in maniera radicale. Al Bundestag, i popolari presenteranno domani due mozioni e una proposta di legge sullo stop all'immigrazione illegale mediante controlli permanenti alle frontiere con respingimenti di chiunque sia privo dei documenti d'ingresso, senza eccezione per i richiedenti asilo. Inoltre, Cdu e Csu chiedono primato del diritto nazionale su quello europeo, più poteri alla Polizia federale, detenzione illimitata fino al rimpatrio per chi è in attesa di espulsione e deportazioni quotidiane. Un piano che seppellisce dieci anni di «benvenuti rifugiati» e che risente delle politiche contro l'immigrazione illegale dell'amministrazione Trump, ma allo stesso tempo è frutto di un dibattito in corso da mesi tra i popolari. In vista del voto del 23 febbraio, l'obiettivo della Cdu è duplice: fermare l'immigrazione illegale e sottrarre consensi al partito di estrema destra Afd.
I popolari esortano Spd, Verdi e Fdp a votare insieme le loro iniziative. Mentre i liberaldemocratici comunicano il loro sostegno, sia il cancelliere Olaf Scholz e i suoi compagni socialdemocratici sia gli ecologisti respingono le proposte come incostituzionali.
Rischia di crollare il muro alzato dagli altri partiti contro Afd, che potrebbe votare con i popolari. In un esercizio di funambolismo democristiano, Merz esclude ogni collaborazione con l'estrema destra e afferma che la barriera terrà perché, in caso, sarebbe Afd a sostenere l'iniziativa di Cdu e Csu, non viceversa.
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