Germania al voto: tutti contro Scholz

Il Cancelliere si arrende sulle elezioni anticipate. E anche il suo partito vuole farlo fuori

Germania al voto: tutti contro Scholz
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Bandiera bianca sulla Cancelleria di Berlino: Olaf Scholz ha ceduto sulla data delle elezioni anticipate in Germania, ora in programma per il 23 febbraio. Il cancelliere più impopolare della storia tedesca ha fatto marcia indietro dalla scadenza inizialmente prevista a fine marzo. Voleva sfruttare il tempo per recuperare consensi l'esponente di una Spd arenata al 16% nei sondaggi. A questa tattica temporeggiatrice si sono opposti i popolari, principale gruppo di opposizione forte del 33% delle preferenze, con una sintesi efficace di forza e apertura.

Il presidente della Cdu, Friedrich Merz, ha prima chiesto di andare al voto il 19 gennaio poi ha proposto il 16 o 23 febbraio. A sua volta, Scholz aveva affermato che avrebbe potuto anticipare la questione di fiducia al Bundestag a prima di Natale dal 15 gennaio, data su cui era parso irremovibile. Certo di ottenere un secondo mandato, il cancelliere socialdemocratico ha dovuto fare i conti con la realtà di un interesse generale che voleva piegare al proprio.

Scholz ha dovuto prendere atto che il 65% dei tedeschi andrebbe alle urne subito dopo la caduta del governo formato da Spd, Verdi e liberaldemocratici (Fdp). Sul calendario del voto, il cancelliere ha dovuto cedere a un compromesso con i popolari, del cui appoggio esterno il suo governo di minoranza rosso-verde ha bisogno per far approvare dal Bundestag importanti provvedimenti entro fine anno.

Si tratta, soprattutto, della manovra aggiuntiva 2024 e della legge di bilancio 2025. È qui che Cdu e Csu hanno posto l'ultimatum: ostruzionismo sull'ordine del giorno del Bundestag fino alla questione di fiducia, primo passo per le elezioni. Davanti al rischio di destabilizzare ulteriormente la già debole economia tedesca, Scholz si è arreso. La manovra supplementare verrà approvata, ma il prossimo anno inizierà in esercizio provvisorio a causa del voto anticipato, come ha dichiarato il ministro delle Finanze Jörg Kukies.

Intanto, il colpo di grazia per Scholz è arrivato dai compagni della Spd, che hanno chiesto esplicitamente di sostituirlo come candidato del partito a cancelliere con il ministro della Difesa, Boris Pistorius. Fermata dall'interessato, la mossa ha pesato su Scholz, contestato nel suo stesso partito che teme di essere trascinato nel baratro dal cancelliere. Prima, era stato il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier della Spd a richiamare «tutti» a «ragione e responsabilità», perché «non è tempo di tatticismi» ma di essere «all'altezza della sfida». Ora, con l'accordo sulle elezioni tra socialdemocratici e popolari, il governo ottiene l'appoggio esterno anche degli ex alleati Fdp e si può procedere verso il voto.

L'11 dicembre, Scholz porrà la questione di fiducia, che verrà votata dal Bundestag il 16. Constata l'assenza di una maggioranza, il cancelliere chiederà a Steinmeier di sciogliere il parlamento federale, con la decisione prevista per il 27 dicembre.

Il presidente indirà quindi le elezioni

anticipate per il 23 febbraio concordato da Spd, Cdu e Csu. Con l'intesa tra socialdemocratici e popolari, prove di un prossimo governo di Grande coalizione vanno in scena sul palco della politica tedesca, sempre più instabile.

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