È arrivata l'ora della verità per Ghislaine Maxwell, l'ex socialite britannica accusata di essere stata la complice di Jeffrey Epstein, il finanziere suicidatosi nell'agosto del 2019 nella cella del carcere di Manhattan dove si trovava con le accuse di abusi, sfruttamento della prostituzione e traffico di minori. Maxwell secondo gli inquirenti «ha assistito, facilitato e contribuito» ai crimini di Epstein, di cui sarebbe stata non solo la fidanzata, ma colei che reclutava, addestrava e pagava le minorenni messe a disposizione del miliardario e degli amici che partecipavano ai suoi festini.
Ieri, dopo oltre 500 giorni di reclusione, la donna è comparsa in una corte federale di Manhattan per l'inizio del processo, che la vede accusata di sei capi d'imputazione, a partire da quello di sfruttamento della prostituzione minorile, per i quali rischia di rimanere fino a 80 anni dietro le sbarre. La giudice Alison Nathan ha completato la selezione dei giurati e ha dato la parola alle parti per le dichiarazioni preliminari, ma il procedimento - che dovrebbe durare circa sei settimane - entrerà nel vivo solo con l'interrogatorio dei testimoni e delle vittime.
I vari potenti coinvolti nel giro di Epstein tremano all'idea che la Maxwell possa fare i loro nomi tra coloro che frequentavano i festini a luci rosse nelle sue residenze tra New York, Palm Beach e le Isole Vergini americane. In primis il principe Andrea, la cui istanza di archiviare la causa per molestie avviata da Virginia Giuffre (una delle accusatrici del finanziere) verrà esaminata il 4 gennaio. Ma la vicenda ha sfiorato anche l'ex presidente Bill Clinton e il fondatore di Microsoft Bill Gates, causandone il divorzio dalla moglie Melinda.
La 59enne figlia del magnate dell'editoria Robert Maxwell, morto nel 1991, si è sempre dichiarata non colpevole, sostenendo di essere stata perseguitata, tanto che ha persino chiesto aiuto all'Onu per ottenere i domiciliari. I fratelli e le sorelle della donna hanno presentato una denuncia al gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria delle Nazioni Unite affermando che la sua carcerazione preventiva è una «discriminazione senza precedenti». Le autorità statunitensi stanno calpestando il confine sottile «tra giustizia e vendetta», hanno spiegato. Tutte le sue richieste di domiciliari sono state respinte poiché secondo i pubblici ministeri c'era un «rischio estremo di fuga», ma i legali di Maxwell sostengono che gli inquirenti, incapaci di condannare Epstein, stanno usando lei come capro espiatorio.
L'accusa, invece, ha spiegato che la donna incoraggiava le ragazze - spesso completamente o parzialmente nude - a massaggiare il finanziere. A volte i due le pagavano in contanti o si offrivano di pagare il viaggio o la loro istruzione. In alcuni casi, lei «era presente e ha partecipato all'abuso sessuale di ragazze minorenni».
«Le vittime si sentivano in debito e credevano che Maxwell ed Epstein stessero cercando di aiutarle», hanno scritto i pubblici ministeri. «Qualsiasi accusatrice che sostenga che Maxwell ha partecipato ad abusi o traffico sessuale non sta dicendo la verità», hanno replicato i suoi legali.
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