Giallo del politico ucciso: nessuno ha visto nulla. "Il killer? Professionista"

Inutili gli interrogatori per l'omicidio di Lupo. L'assassino ha agito di giorno e a volto scoperto

Giallo del politico ucciso: nessuno ha visto nulla. "Il killer? Professionista"

«'Nta pagghia mi curcu» (Nella paglia mi corico). E i «niente ho visto», «niente ho sentito» e «nulla so» rendono più difficili le indagini iniziate dai carabinieri per individuare l'assassino del 45enne Salvatore Lupo, ex presidente del Consiglio comunale di Favara, freddato con tre colpi di calibro 38 alla testa a Ferragosto in un bar del centro della città dell'Agrigentino. È stato un killer solitario che ha agito a volto scoperto. Eppure nessuno dei testimoni, tra cui il barista che è in stato di shock, ha saputo o voluto fornire dettagli importanti agli inquirenti. «Ci conosciamo tutti a Favara dice un cittadino -. È impossibile che, se si sia trattato di uno di noi, non venga individuato. A meno che non si tratti di un assassino che viene da fuori». E proprio quella di un killer professionista «forestiero» ingaggiato per eliminare Lupo è tra le piste più accreditate.

Sulla cittadina siciliana si staglia la paura di un ritorno alla mafia degli anni Novanta, quando le faide tra cosche mafiose contrapposte si risolvevano in agguati, ma titolare dell'inchiesta non è la procura distrettuale Antimafia di Palermo, bensì la procura di Agrigento. È più quotata, infatti, l'ipotesi investigativa che a monte dell'omicidio ci siano motivi personali e forse economici. E chissà se non sia un caso che solo una settimana fa la vittima sia stata vista litigare con un congiunto dinanzi allo Snack American Bar di via IV Novembre, luogo dell'agguato. Qualcuno conosceva le abitudini di Lupo o magari il sicario lo stava seguendo. Erano le 18 di Ferragosto quando Lupo è arrivato con la sua Porsche Macan davanti al bar e, una volta entrato, ha chiesto di poter fruire del bagno. All'uscita il sicario gli ha sparato 3 colpi in testa e si è allontanato. Sul luogo del delitto sono intervenuti i militari dell'Arma anche con la sezione Investigazioni scientifiche. Sono stati acquisiti i video delle telecamere private di videosorveglianza della zona, anche perché a Favara non ce ne sono di comunali. Pare che nessuna di quelle telecamere sia puntata verso il bar e gli stub eseguiti sui testimoni, su alcuni parenti e conoscenti di Lupo per rilevare la presenza di tracce di polvere da sparo hanno dato esito negativo.

Lupo era noto alle cronache per essere coinvolto nell'inchiesta giudiziaria «Catene spezzate», accusato di maltrattamenti in danno di minori con difficoltà psichiche ospiti di una comunità alloggio di cui era responsabile. E con altri 7 imputati era stato rinviato a giudizio il 20 maggio dal gup del tribunale di Agrigento.

Nell'inchiesta «Stipendi spezzati» era accusato di farsi restituire metà della busta paga dai dipendenti di una cooperativa sociale che eroga servizi di tipo sanitario e socio-assistenziale per anziani di cui era titolare. Nel novembre 2011, quando era consigliere comunale, la sua auto era stata incendiata. «È un omicidio efferato che colpisce tutta la comunità», commenta l'ex sindaco Anna Alba.

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