Il giallo della vigilessa che la scagiona: "Non cambio versione"

Giura di avere visto l'auto della madre di Loris davanti a scuola: "Mai detto di essermi confusa sulle date"

«Inattendibile io?». Giura sulla propria divisa di non aver mai cambiato versione il vigile urbano di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, che potrebbe scagionare Veronica Panarello dall'accusa di aver ucciso il figlio. Lo fa in un'intervista al Secolo XIX in cui conferma la prima e unica versione fornita ai magistrati: «Mentre mi trovavo presso la mia postazione, tra via G. Di Vittorio angolo via fratelli Cervi, notavo sopraggiungere l'autovettura Volkswagen Polo di colore nero in uso» alla mamma di Loris, Veronica Panarello. La testimonianza dell'agente di polizia locale G. S. sarebbe l'unica a disposizione della difesa per far rimettere in libertà, e con tante scuse, la madre del piccolo ucciso e gettato nel fosso del Mulino Vecchio, nelle campagne ragusane. Un racconto fondamentale per scagionare la donna. «Abbiamo prove che confermano che il bambino è stato portato a scuola» spiega l'avvocato Francesco Villardita. Eppure le parole del pubblico ufficiale, secondo la Procura di Ragusa, sono inattendibili. Parole «altamente contraddittorie» scrivono i pm. Dopo aver messo a verbale, il 30 novembre, di aver visto la Polo nera davanti alla scuola, il 3 dicembre la vigilessa, nuovamente interrogata, avrebbe fornito una versione diversa. «Ritrattava quanto detto» scrivono i magistrati. Dal verbale: «Posso dire che la donna al volante della Polo di colore scuro che ho visto transitare quella mattina era la madre di Loris. La cosa, invece, che non posso dichiarare con assoluta certezza è che la circostanza fosse legata a quella mattina (...) non sono certa che quell'immagine potesse essere invece un ricordo di qualche giorno prima».

Il colpo di scena nel corso dell'intervista al Secolo XIX : «Io non ho cambiato nessuna versione. Sono una persona seria e porto una divisa. Non ho ritrattato niente» sostiene col quotidiano genovese. «Confermo ogni virgola: la Polo di colore scuro aveva al volante la mamma di Loris. Saranno state le 8.30». Non solo. La vigilessa insiste nell'affermare di non aver mai detto di non essere sicura che tale circostanza fosse legata alla mattina del delitto. «Falso. Quell'immagine è un ricordo preciso di sabato 29 novembre. Muore un bambino di otto anni e io mi confondo? Sono pronta a ripeterlo davanti al giudice: ho visto passare la Polo nera della signora Veronica. Non posso sbagliarmi, la conosco. Ho un parente che abita di fronte alla mamma del marito». Per la Procura, però, il vigile urbano avrebbe raccontato altro: «La mattina del 29 novembre, all'interno della Polo di colore scuro, oltre alla donna che posso affermare all'ottanta per cento essere la madre di Loris, vi era anche un bambino piccolo. (...) seduto sul seggiolino». Con tre versioni differenti, secondo i magistrati, la vigilessa forniva di fatto una testimonianza che mostra una «inattendibilità intrinseca quanto alle dichiarazioni ed estrinseca alle obiettive risultanze acquisite attraverso i sistemi di videosorveglianza».

Per la procura le telecamere attestano il passaggio dell'auto di Veronica vicino al luogo del rinvenimento del piccolo Loris, in un arco temporale compatibile sia con l'ora del decesso sia con l'azione di occultamento del corpo.

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