"Mi hanno insultata, parolacce irripetibili. Non mi hanno permesso di parlare, in un luogo pensato per discutere: una Festa dell'Unità. Erano disinteressati ad ascoltare quello che avevo da dire. Come li vuole chiamare, quei cinquanta di Bologna. Squadristi. Insegno linguistica da tempo e non trovo altro termine. Sono stata aggredita da cinquanta squadristi. Vivaddio, solo verbalmente". Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, di recente passata da Scelta Civica al Pd, in un’intervista alla Repubblica si è lamentata per l’accoglienza che ha ricevuto a Bologna da alcuni contestatori.
“Appena ho nominato la frase alternanza scuola lavoro – ha raccontato il ministro - si è levato un boato, come se avessi ingiuriato qualcuno. È partita la contestazione sonora, peraltro già annunciata in agenzia, con il sottofondo di improperi. Ho scelto di non replicare, la situazione poteva degenerare". Secondo la Giannini la contestazione è partita da alcuni precari dei Cobas dagli studenti dei collettivi e dei centri sociali che gridavano "slogan senza tempo, che potevano essere adattati, indifferentemente, a cinque, dieci, quindici anni fa”. "No alla privatizzazione", ma noi – si difende il ministro - non privatizziamo niente. "No ai soldi alle paritarie", ma noi non diamo soldi alle scuole paritarie. Una signora mi urlava: "Vogliamo la formazione". Ma è quello che stiamo facendo, di grazia”.
Il ministro dice di comprendere gli insegnanti delusi: “sono stati traditi tante volte e pensano "non lo farete mai". Ma ora i soldi sono lì, sette miliardi tra edilizia e riforma, i 500 euro da spendere in libri e teatro sono nero su bianco. E ci sono 100 milioni per i laboratori”. Sullo sblocco dei precari la Giannini spiega: “Stiamo istituendo concorsi pubblici regolari, il prossimo, 60mila vincitori, sarà epocale. Stiamo portando in cattedra 100mila insegnanti. Tra il 2009 e il 2011 la Gelmini ne ha tagliati 75mila. Andiamo avanti, ma da una parte abbiamo una maggioranza di docenti abulica e dall'altra una minoranza aggressiva che strilla”. Risulta difficile anche il rapporto col sindacato che “si è arroccato su posizioni che non guardano al merito. Il mio non è un pregiudizio, è un giudizio". A proposito del ruolo che, con la riforma, dovrebbe avere il preside e i rischi di assunzioni poco chiare e favoritismi, la Giannini esclude qualsiasi tipo di problema. "Un preside che sbaglia – spiega - perderà l'indennità e poi il ruolo, la valutazione li riguarda da vicino.
Ho l'impressione che alcuni insegnanti preferiscano restare loro in un contesto di scelte opache, nel solco della tradizione italiana". Ma alla fine si dice sicura che non ci saranno problema e la “buona scuola” sarà legge a metà giugno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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