Giochi, via al countdown. E Salvini punge il M5s: "Vince l'Italia del sì"

I protagonisti riuniti a Milano. Il leader leghista: "Peccato manchi il Piemonte per motivi ideologici"

Giochi, via al countdown. E Salvini punge il M5s: "Vince l'Italia del sì"
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Manca un anno (da oggi 364 giorni) ma per dirla come il governatore lombardo Attilio Fontana «ghe sem», ci siamo. I registi delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026 sono saliti insieme ieri sul palco del teatro Strehler di Milano, alle spalle lo slogan «One year to go». Cerimonia per il countdown con il presidente del Coni e della Fondazione Milano Cortina Giovanni Malagò, i governatori del Veneto Luca Zaia e Fontana, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e e il sindaco di Milano Beppe Sala, il ministro per lo Sport Andrea Abodi, il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e di Bolzano Arno Kompatscher, il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi. Per il presidente del Cio Thomas Bach che ha consegnato simbolicamente gli inviti a partecipare a sei dei 136 Comitati olimpici nazionali nel mondo (per l'Italia l'hanno ritirato gli olimpionici di nuoto Federica Pellegrini e di curling Amos Mosaner) «è quasi un miracolo vedere sul palco politici di vari colori uniti e determinati a creare Olimpiadi di successo». Salvini punzecchia i grandi assenti, il Movimento 5 Stelle che con l'allora sindaco Chiara Appendino bocciò la partecipazione di Torino scatenando la furia degli imprenditori piemontesi. «Dispiace - commenta il leader della Lega - che non ci sia l'intero arco alpino, ma qualcuno per motivi ideologici si tirò indietro. Sarebbe stato il top unire Piemonte, Lombardia e Veneto». E il premier 5 Stelle Giuseppe Conte E si toglie qualche altro sassolino: «È la vittoria dell'Italia del sì». Ricorda «i ricorsi e controricorsi, i titoloni sulle Olimpiadi che non si faranno o sul fallimento della pista da bob a Cortina, dove a marzo invece partono i collaudi. I comitati abbracciavano gli alberi perché non sarebbero stati Giochi sostenibili». I «sì» invece sono ben rappresentati da un progetto che comprende «94 opere, 44 sportive e cinquanta di trasporto, per un investimento complessivo di 3,4 miliardi. Abbiamo creato migliaia di posti di lavoro. E ci guarderanno due miliardi di persone nel mondo, se l'1% deciderà poi di venire in Italia avremo fatto un grande lavoro». Anche Beppe Sala, ex commissario di Expo 2015, è certo che «come l'Esposizione ha portato enormi benefici per la città, dai Giochi avremo una nuova ondata». Sulle opere «tutto procede con la giusta fatica ma bene». Anche il nodo degli extracosti per l'Arena Santa Giulia per le gare maschili di hockey su ghiaccio e il Villaggio olimpico realizzate a Milano da privati sembra risolto dopo l'incontro a Roma due giorni fa tra Bach, il premier Giorgia Meloni e il ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Si parla di circa 100 milioni di costi extra, Sala ha chiesto una deroga per supportare gli operatori ma c'era il rischio che si configurasse come aiuto di Stato. Ora «stiamo verificando la formula ma c'è la disponibilità del governo a trovare una soluzione» conferma Abodi, sottolineando (come Bach) che è meglio parlare di investimenti che di costi, «l'Arena diventerà il palazzetto migliore d'Europa, il Villaggio uno studentato». Bach definisce «eccellente» l'incontro con Meloni, «ho saggiato di persona il sostegno del governo, sono tutti impegnati per garantire il successo dei Giochi.

Dalla bellezza naturale delle Dolomiti all'energia cosmopolita di Milano, le gare si saranno in luoghi iconici e mostreranno lo stile italiano». Per Malagò «quando si spegnerà l'ultima luce ci sarà un giudizio e siamo certi che tutti saranno molto orgogliosi di essere italiani». Intanto, ieri in sette ore sono stati venduti 65mila biglietti.

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