«In banca mi hanno negato il mutuo per comprare casa e non solo perché sono in cassa integrazione, ma perché, mi ha detto il bancario, il suo settore è un po' così...». C'è sincero stupore nel racconto di Andrea D., tecnico riparatore di slot e videolottery che vive e lavora a Brescia. «Ma in che senso un po' così? - si chiede- il mio è un lavoro regolare, mica vado a rubare». Non è un'esperienza isolata per chi lavora nelle sale giochi. Diversi imprenditori segnalano difficoltà ad accedere al credito a causa di «remore etiche» delle banche. E pensare che il settore si chiama gioco legale.
Una diffusa ipocrisia ha trasformato i 150mila lavoratori di questo comparto nei paria della pandemia. Lavorano in aziende che gestiscono concessioni per conto dello Stato, il fisco incassa ogni anno oltre 10 miliardi dalla loro attività, ma allo stesso tempo li tratta da appestati. I ristori alle aziende latitano, nonostante le sale gioco abbiano superato i 220 giorni di chiusura imposta da norme anti Covid: un record europeo. A raccontarlo sono i lavoratori che ieri hanno sfilato in piazza Duomo a Milano e in piazza del Popolo a Roma, raccogliendo solidarietà trasversale, da Maurizio Gasparri a Ettore Rosato di Italia viva.
«Di solito guadagno intorno ai 2.400 euro con cui mantenevo senza problemi me, mia moglie e la nostra bimba di 16 mesi -racconta Andrea D.- con la cassa integrazione mi arrivano 700 euro. Quella di marzo mi è stata versata a luglio e due mensilità, ottobre e novembre, sono state pagate a gennaio. E in banca mi chiudono la porta in faccia: io non so più come fare».
Certo, il gioco può fare grossi danni. Ma il gioco legale è regolato dallo Stato proprio per evitare quello che sta succedendo durante la pandemia: un boom di gioco «nero» che è meno controllato è più pericoloso.
Si sono moltiplicati i sequestri di sale illegali, aperte nei retrobottega di negozi da Genova a Catania. E lo Stato l'anno scorso ha già perso introiti per 5 miliardi. Soldi che l'erario incassava senza porsi problemi etici. Qualcuno si sognerebbe mai di negare il mutuo a un enologo?
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