"Tentata violenza di gruppo. Martina morì per fuggire"

Non è stato un suicidio, a stroncare la vita di Martina Rossi, la studentessa 23enne scomparsa nell'agosto 2011 precipitando da un balcone dove era in vacanza a Palma di Maiorca, in Spagna

"Tentata violenza di gruppo. Martina morì per fuggire"

Non è stato un suicidio, a stroncare la vita di Martina Rossi, la studentessa 23enne scomparsa nell'agosto 2011 precipitando da un balcone dove era in vacanza a Palma di Maiorca, in Spagna. Per quella morte ieri la Corte di Appello di Firenze ha condannato a 3 anni ciascuno Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, imputati nel processo bis di secondo grado sul caso della morte di Martina. Accogliendo le richieste dell'accusa, i due giovani sono stati condannati per tentata violenza sessuale di gruppo: secondo i giudici, Albertoni e Vanneschi hanno cercato di violentare la ragazza causandone la morte, come peraltro affermato già nel 2018 dalla sentenza di primo grado del tribunale di Arezzo. Per entrambi gli imputati, l'accusa di morte in conseguenza di altro reato era andata prescritta.

«Esprimo soddisfazione ha commentato l'avvocato Stefano Savi, legale dei genitori di Martina - per un provvedimento in linea con la sentenza di condanna di primo grado e con il pronunciamento della Cassazione e al tempo stesso in linea con la realtà dei fatti. È stata riconosciuta la colpevolezza piena degli imputati». Dello stesso tenore le parole del padre della vittima, Bruno Rossi, presente all'udienza: «È la fine di un tentativo di fare del nuovo male a Martina: ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Il mio primo pensiero è andato a lei, ai suoi valori, a lei che non ha fatto niente e ha perso la vita. Chi le ha fatto male, se la cava con tre anni di prigione, occorre rivedere il rapporto fra giustizia e pena».

Nella notte tra il 2 e il 3 agosto 2011, Martina - in vacanza con le amiche - salì in camera dei due giovani perché nella sua stanza le coetanee erano in compagnia di altri amici aretini. All'alba Martina precipitò dal balcone della stanza di Vanneschi e Albertoni. Secondo la ricostruzione della procura, cercava di scavalcare il parapetto del balcone per mettersi in salvo sul terrazzo della stanza accanto. Dopo indagini in Spagna, dove il caso fu archiviato frettolosamente come suicidio, i genitori hanno lottato a lungo per far riaprire l'inchiesta in Italia.

Nel 2018 il tribunale di Arezzo condannò Albertoni e Vanneschi a 6 anni, ma due anni dopo andò prescritto il capo d'accusa più pesante, morte in conseguenza di altro reato, e i due vennero assolti in Appello.

Una decisione bocciata tre mesi fa dalla Cassazione, che ha ordinato un nuovo processo d'appello a Firenze parlando di «incompletezza, manifesta illogicità e contraddittorietà» della sentenza, «priva di una visione sistematica dell'intero quadro istruttorio».

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