"Giorgia brava, ma ascolti i mercati"

Il governatore Visco: "Ora gli investitori temono la bassa crescita, va contenuto il deficit"

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Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco (che dal mese prossimo lascerà il posto a Fabio Panetta), ha rivolto un'ammonizione al governo in un'intervista concessa ieri al Financial Times. Il senso del messaggio è semplice: anche se i fondamentali macroeconomici del Paese sono buoni, non è il caso di abbassare la guardia sul debito pubblico visto il livello elevato dei tassi. «Non penso ci sia speculazione contro l'Italia. Penso si tratti sostanzialmente delle preoccupazioni sulla crescita dell'economia sul lungo termine», ha spiegato Visco sollecitando il premier Meloni a rassicurare gli investitori. L'andamento dei mercati e dei rendimenti, scrive il quotidiano, mostra che gli operatori «si stanno assicurando» contro il rischio di una spirale fatta da una crescita debole sul lungo termine e un alto debito.

«L'incremento nel rapporto tra debito e Pil - osserva Visco - c'è stato soprattutto a causa della deludente performance» della crescita. E «anche il settore dei servizi sta rallentando» in uno scenario in cui c'è la possibilità di una recessione dell'Eurozona nella seconda metà dell'anno.

Il governatore ha comunque riconosciuto che il governo Meloni, sul fronte del bilancio, «si è comportato meglio di quanti molti si aspettassero» e che le prospettive per il Paese «non sono tutte scure». In un contesto caratterizzato da tassi d'interesse in crescita, alti costi dell'energia, tensioni nel commercio internazionale e una popolazione che sta invecchiando, alle legittime preoccupazioni degli investitori internazionali «occorre rispondere - secondo il governatore - in due modi: dando una prospettiva di crescita a lungo termine e con azioni sul breve e medio termine fino a quando sussistano squilibri di bilancio». L'Italia, dunque, «può crescere di più» ma «non dobbiamo ignorare il basso livello dell'indebitamento privato e la positiva posizione netta sull'estero del Paese».

A queste considerazioni ha replicato il capogruppo alla Camera di Fdi, Tommaso Foti, affermando che la maggioranza è consapevole della necessità di «avere particolare attenzione al debito pubblico, la cui entità è stata fortemente aumentata nel corso degli ultimi cinque anni». Si tratta di un matcj nel quale non si può mai abbassare la guardia poiché la politica monetaria giocherà a sfavore dei Paesi ad alto debito. Ieri la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha confermato in un'intervista a La Tribune che i tassi d'interesse «hanno raggiunto un livello che, se mantenuto per un periodo sufficientemente lungo, contribuirà in maniera decisiva a riportare al più presto l'inflazione verso i nostro obiettivo». Lagarde ha ribadito che «vogliamo riportare l'inflazione al 2% e ci riusciremo», costi quel che costi. Anche se il risultato sarà una recessione

Nell'articolo del Financial Times il governatore non ha risparmiato poi critiche al Superbonus, il cui costo finale potrebbe raggiungere i 100 miliardi, circa il 5% del Pil.

«Purtroppo è stata una buona lezione sull'importanza di mirare e costruire le azioni di governo», quelle fatte per dare sostegno alle famiglie povere contro il caro energia «sono state disegnate molto meglio». Visco ha poi apprezzato le modifiche al dl Asset sulla tassazione delle banche, confermando che nella prima stesura molto punitiva Via Nazionale non era stata consultata.

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