Roma Fresche alpi, Padania, ponti di legno. Il verde passato autonomista è un ricordo appassionante per Matteo Salvini. Ci mancherebbe. Ma oggi il vicepremier è immerso nell'inesorabile realtà del Centro Sud, romana in primis. C'è da affrontare il tour delle spiagge, antipasto della campagna d'autunno. Dopo Milano Marittima ci saranno Termoli, Peschici, Castel Volturno, Polignano a mare, Versiliana. Ma prima la splendida cornice delle dune pontine di Sabaudia. Posto tra i più suggestivi e complicati d'Italia con un'impressionante sfilza di beni confiscati alla criminalità organizzata.
E già che lo scorso gennaio alla borgata romana di Fidene il premier promise che avrebbe restituito ai cittadini molte villette confiscate a Sabaudia, località chic che ad agosto si riempie di vip, chef in letargo e di ex calciatori indecisi. Un posto dove le discoteche sono un tabù, le cene in casa un must e dove l'unica concessione al fast-food è il supplì di Saporetti. Ce ne vuole per entrare in contatto con questi.
Proprio qui, sul molto cinematografico sfondo del monte Circeo, ieri era in programma un comizio serale ma anche una capatina mattutina sulla spiaggia di un noto hotel in riva al mare (con il tutto esaurito da qui a metà settembre) per incontrare i militanti. Appuntamento alle 10. Ma complice la spiaggia privatissima, la giornata lavorativa, l'ora (qui si tira tardi la notte) e il fatto che comunque a Roma - al netto dei fine settimana - prima del 9 agosto non schioda nessuno, la spiaggia era praticamente deserta. Qualche anziano in procinto di incontrare il Capitano e una decina di bambini. Inevitabile flop. E allora Salvini decide di annullare tutto (aperitivo con la cooperativa dei pescatori e capatina ad Anzio alle 17 compresa) nonostante il diciottenne con la t-shirt «Prima gli italiani» avesse atteso due ore sotto il sole. Così come sette militanti, due bionde sulla trentina e un gruppetto di fotografi e cronisti.
Al debutto dell'«Estate italiana Tour» Salvini ha preferito dunque il voto al Senato sulla Tav: momento decisivo per il destino del governo gialloverde. È vero che la Lega aveva diffuso il manifesto dell'evento anche sul web, ma poi la tensione nella maggioranza si è impennata e il ministro dell'Interno - che comunque a Sabaudia ha tenuto il comizio serale nella piazza razionalista con bagno di folla e musica rock - ha cambiato idea e rivoluzionato l'agenda probabilmente per colpa dei pochi presenti a quell'ora in spiaggia.
D'altronde si sa, il lungomare amato da Pasolini, Moravia, Rutelli, Tognazzi, Verdone, Cecchi Gori e Dacia Maraini al mattino è popolata da posapiano, nonni e bambini piccoli. Nulla a che vedere coi ritmi del Papeete beach di Milano Marittima.
A Palazzo Madama l'ennesima resa dei conti sarà risolta, al solito, senza colpo ferire. Poi si tornerà a pensare ai comizi sulle spiagge, all'inno nazionale rimixato e agli Spritz con le crepes. Magari senza l'assillo delle Ong al largo.
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