Si avvicina la resa dei conti del governo e tra le fila dell'esecutivo cresce la paura per lo scontro in Parlamento con Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva vuole tirare dritto per la sua strada e pare che solo se Giuseppe Conte farà un passo indietro ci potrebbero essere i presupposti per un Conte ter. L'incertezza domina sovrana nei corridoi di Palazzo Chigi, dove in questo momento la "crisi pilotata" con un rimpasto molto ampio e un nuovo equilibrio sembra essere la soluzione più plausibile. Tuttavia, come riferisce Il Messaggero, né il Partito Democratico e nemmeno l'esecutivo sembrano essere entusiasti di questo scenario. Il motivo sarebbe la volubilità di Matteo Renzi, considerato inaffidabile nelle sue rassicurazioni, come ben sa Enrico "stai sereno" Letta.
Le incertezze gravano in maniera pesante sulla maggioranza, che starebbe tentennando sul conforto di Matteo Renzi per il post voto di sfiducia. D'altronde, lo scenario di una crisi non è mai determinabile fin dal principio e una volta che viene aperto non è difficile che le sue dinamiche scatenino un effetto domino che sfugga al controllo dei protagonisti. In quel caso, i risultati potrebbero essere totalmente opposti rispetto a quelli sperati, con ripercussioni importanti sulla politica del Paese. Potrebbe esserci una rapida espansione del centrodestra, per esempio, e per la maggioranza potrebbero essere dolori. Sarebbe qui il nocciolo dei dubbi del Partito Democratico, la questione che turba i sonni del Nazareno.
Le mosse di Matteo Renzi potrebbero essere già scritte: quando Giuseppe Conte convocherà il cdm sul Recovery Plan (di cui si sono perse le tracce), se non si dovesse dimettere, le due ministre di Italia Viva potrebbero rassegnare le dimissioni. Nel momento in cui Bellanova e Bonetti dovessero lasciare il governo, allora sarà ufficialmente crisi. Matteo Renzi sta alla finestra e attende le prossime mosse del presidente del Consiglio. "Sta a Conte muovere e decidere se fare il Conte Ter, dopo le dimissioni, oppure se tentare la prova di forza in Senato", avrebbe rivelato Renzi ai suoi fedelissimi, secondo Il Messaggero. Proprio nell'ottica della prova di forza in Senato, conte sarebbe alla ricerca dei responsabili e avrebbe avvicinato anche alcuni senatori di Iv, che non avrebbero abboccato. In tutto ciò, Sergio Mattarella sarebbe piuttosto irritato per la piega che sta prendendo la questione politica e avrebbe già dato il suo dissesso a una maggioranza raccattata qui e là.
Ascoltando le voci che contano al Nazareno, sembrerebbe che si voglia cercare un accordo con Renzi per dare il via al Conte ter. "Un nuovo patto di governo blindato, nuova squadra di ministri, il premier che sale al Quirinale per dimettersi e ricevere il reincarico, infine nuova fiducia. La classica crisi pilotata da Prima Repubblica", si legge su Il Messaggero. Dal Nazareno sono convinti che le condizioni ci siano e si vogliono affidare alla responsabilità ma Giuseppe Conte pare non sia particolarmente convinto. Benché ormai sia convinto a cedere su tutti i fronti, la crisi al buio lo spaventa. E non poco. Soprattutto lo preoccupa la già citata volubilità di Matteo Renzi. Per questo motivo non vorrebbe lsciare la poltrona, seppure momentaneamente con la promessa di un nuovo incarico immediato: "È imprevedibile, chi mi dice che una volta dimesso quello mi darà la fiducia? Se si apre la crisi non ne esco vivo". Il problema di Giuseppe Conte sarebbe anche la tenuta dei 5Stelle, che non sembrano più essere coesi al suo fianco.
Il rimpasto di governo per Conte sarebbe massiccio e molti dei suoi baluardi potrebbero cadere in favore di ministri in forza Pd e Iv. Il ridimensionamento sarebbe enorme per il presidente del Consiglio e il Conte ter sarebbe un ottimo risultato politico per Renzi, che però sa che per vincere davanti agli occhi dell'opinione pubblica ha bisogno dello scalpo di Conte.
Tuttavia, il Pd sarebbe decisamente favorevole al ridimensionamento del presidente del Consiglio ma pare che Zingaretti non voglia sentir ragioni sul cambio di guida, nonostante Renzi stia insisitendo per un nuovo governo a guida dem. E così Renzi puntrebbe ancora al governo a guida Mario Draghi (ostacolato dal Pd) ma non disdegnerebbe nemmeno il governo sanitario guidato da Marta Cartabia.
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