Dopo le polemiche seguite alle scarcerazioni di boss, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è finito di nuovo nell’occhio del ciclone.
Il membro del governo, esponente di spicco del M5s, ha perso sul campo giurisprudenziale contro Salvatore Madonia. Come spiega Affaritaliani.it, il boss della mafia ha vinto un’altra battaglia nella guerra al regime del 41 bis. Tutto ciò grazie ad una circolare emanata dallo stesso Dap, il Dipartimento amministrazione penitenziaria.
La storia ha avuto inizio lo scorso 30 a gennaio quando il Dap ha previsto la possibilità, almeno in alcune carceri, di usare videochiamate tramite Skype per facilitare le relazioni familiari dei detenuti e garantire le loro esigenze affettive. Considerato il successo dell’iniziativa, tramite una circolare il progetto è stato esteso su larga scala. Madonia, detenuto nel carcere di Sassari e sottoposto al regime speciale, però non ha potuto usufruire di questo strumento.
La Direzione circondariale del carcere sardo aveva rigettato l’autorizzazione a svolgere un colloquio in video collegamento con la moglie, sottoposta anche lei al carcere. Ma il boss non si è arreso ed ha impugnato la decisione. Il Tribunale di Sorveglianza gli ha dato ragione, contrariamente alla decisione della Cassazione di circa un anno fa, che negava ai detenuti sottoposti al 41 bis la possibilità di effettuare video-colloqui, anche a mezzo Skype, perché considerati non sicuri. Ma la situazione è cambiata grazie proprio alla circolare del Dap.
Contro la decisione del Tribunale, tramite l’Avvocatura generale dello Stato, ha fatto ricorso in Cassazione il ministro della Giustizia facendo presente che il giudice non avrebbe considerato l’assenza di una normativa che individui i presupposti per il video collegamento per i detenuti in regime ordinario e speciale e che indichi le regole necessarie per il loro svolgimento, così come affermato dalla Cassazione nella sentenza n. 16557/2019. Inoltre si specifica che l’uso di strumenti come può essere Skype non è sicuro. Per il ministero, poi, la questione andrebbe rimessa ad altri enti visto il "contrasto giurisprudenziale in materia". Ma il Tribunale di Sorveglianza è stato di diverso avviso tanto che aveva ordinato all’Amministrazione penitenziaria di permettere al detenuto di effettuare colloqui con la moglie attraverso i mezzi tecnologici, ovviamente rispettando le precauzioni necessarie previste per i detenuti al 41 bis.
Poi la Cassazione ha dato ragione a Madonia rigettando il ricorso perché infondato in quanto"ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare…". Citando gli articoli 29, 30 e 31 e quelli presenti nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Cassazione spiega che "come già per i detenuti ordinari, anche per quelli sottoposti al regime differenziato, la legge penitenziaria e il relativo regolamento di esecuzione stabiliscono che i contatti con i familiari si realizzino secondo due modalità fondamentali: in presenza degli interlocutori o con il mezzo del telefono”…quando “i congiunti del detenuto si trovino nella impossibilità di effettuare i colloqui".
La sconfitta contro il boss rappresenta un altro duro colpo per Bonafede. La Lega non ci sta e subito è partita all’attacco del ministro. "Ennesimo schiaffo in faccia alla giustizia italiana, ennesima pessima figura del ministro Bonafede. Dopo i boss scarcerati grazie alla sciagurata solerzia del Dap, ora sempre lo stesso dipartimento mette nei guai il ministro", hanno dichiarato i senatori leghisti componenti della commissione Giustizia.
"Anche il pluripregiudiucato Salvatore Madonia- hanno aggiunto- nonostante il 41 bis a cui è sottoposto da anni, fece richiesta per aderire al progetto pilota e poter così colloquiare con la moglie anch'essa detenuta. Se il carcere di Sassari dove è rinchiuso rigettò la richiesta, con la divulgazione della circolare, l'istanza è stata ripresentata e accolta dal Tribunale di Soveglianza, condizione che ha provocato la reazione del ministero, ricorso contro il Tribunale presso la Cassazione. L'Alta Corte ha però dato ragione al Dap e quindi riconosciuto la fondatezza della richiesta di Madonia, che ora festeggerà l'ennesima falla dello Stato in videochiamata".
I senatori della Lega, infine, si sono rivolti direttamente a Bonafede: “Ministro scandaloso, intervenga immediatamente e smetta di gettare nel ridicolo i tanti operatori della giustizia, che insieme ai cittadini non meritano un ministro così scarso".
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