C'è la gogna giudiziaria, fatta di processi interminabili. C'è la gogna mediatica, il nome sparato in prima pagina alla faccia della presunzione di innocenza. E poi c'è la gogna bancaria, di cui non si parla mai: dove basta un avviso di garanzia per vedersi chiusi i conti, revocati i fidi, congelata la carta di credito. È l'altra faccia dei guai della giustizia, che travolge uomini e aziende. «E purtroppo - spiega Salvatore Pino, avvocato, che con questi disastri fa i conti ogni giorno - spesso non basta l'assoluzione per venire riabilitati dalle banche».
Come è possibile?
«In nome della privacy, le banche non possono chiedere informazioni sui clienti direttamente alla magistratura. Così si aggiornando su un sito che si chiama World Check, dove vengono monitorate quotidianamente le notizie che compaiono in tutto il mondo su indagini e processi a carico di persone fisiche e aziende. World Check ritaglia tutto e rende tutto disponibile. Ma quando un individuo viene assolto, la notizia sovente sui giornali non appare nemmeno. Quindi per World Chek continui a essere un indagato. Se ti rivolgi direttamente a loro, anche se gli porti la sentenza di assoluzione, ti rispondono che loro utilizzano solo fonti aperte", cioè giornali e siti. Diventa un circolo vizioso da cui è quasi impossibile uscire».
Le conseguenze quali sono?
«Tante, e devastanti. Appena la banca trova il nome del cliente su World Check interviene la compliance, la vigilanza interna. Al cliente viene comunicato che non è più gradito, che il suo conto viene chiuso e può passare in filiale a ritirare un assegno circolare con l'ammontare del saldo residuo. Contemporaneamente vengono disattivati il bancomat e le carte di credito».
Come si vive?
«Si vive male e soprattutto diventa impossibile lavorare. Insieme al conto vengono bloccate le domiciliazioni, comprese quelle delle bollette della luce. Non è possibile ricevere un accredito, e siccome la legge proibisce attualmente di ricevere più di duemila euro in contanti anche lavorare e venire pagato diventa impossibile. L'unica possibilità rimane andare alle Poste dove non ti aprono un conto ma almeno ti danno una Postepay, una carta ricaricabile che neanche lei può superare il tetto».
Ci vanno di mezzo anche le aziende?
«Ovvio. Se a venire segnalato su World Check è l'amministratore di una società, ma a volte basta che sia un manager, alla azienda non solo vengono bloccati i conti ma anche revocati i fidi con effetto immediato. Poiché nessun business plan può ragionevolmente prevedere questa evenienza, l'azienda i soldi per rientrare non li ha. A quel punto scattano i decreti ingiuntivi seguiti a ruota dalla richiesta di fallimento».
Per salvare gli innocenti da questo tritasassi basterebbe che i giornali pubblicassero anche le sentenze di assoluzione.
«Sì, basterebbe anche un trafiletto su un sito o un giornale autorevole: a quel punto l'assoluzione è su una fonte aperta" e World Check deve prenderne atto. Ma sappiamo bene che purtroppo a fare notizia sono solo gli avvisi di garanzia. C'è uno squilibrio informativo inestirpabile, sembra che le assoluzioni in questo paese interessino solo ai diritti interessati».
Il sistema di World Check vale per tutti?
«Se il cliente è particolarmente danaroso a volte le banche hanno un occhio di riguardo. Eppure avere molti soldi non significa per forza essere più insospettabili».
Esiste un
rimedio?«La legge dovrebbe prevedere in questi casi un conto sorvegliato. Ti lascio il tuo conto corrente ma ogni movimento lo guardo con attenzione». Oppure non si dovrebbero divulgare indagini destinate a finire in niente.
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