Arriva la prima reazione del Pd dopo il mandato esplorativo che il presidente Mattarella ha affidato a Roberto Fico. "Non ci sono le condizioni minime per una maggioranza politica tra Cinque Stelle e Pd - dice Andrea Marcucci, capogruppo dem al Senato -. Ascolteremo il presidente Fico con la dovuta attenzione, ma per noi le distanze sul programma restano molto marcate". Poi su Twitter Marcucci con sarcasmo prende le distanze da Di Maio: "Ormai, pur di fare il premier, chiede l’appoggio esterno a tutti, anche a Qui, Quo, Qua. Ma loro, come è noto, vogliono Paperino alla Presidenza del Consiglio. Forse mediazione su Paperon dei Paperoni. Quante revisioni del programma dovrà prevedere Casaleggio per accontentare Di Maio?".
Sulla stessa lunghezza d'onda Matteo Orfini, presidente del Pd: "Eravamo, siamo e resteremo alternativi ai Cinque Stelle", scrive in una dichiarazione riportata da "Democratica", organo ufficiale del Pd.
Anche Ettore Rosato, vicepresidente della Camera in quota Pd, spegne le speranze di Fico: "Pieno rispetto per il lavoro del presidente della Repubblica, un lavoro difficilissimo che sta facendo e che impegna tutti noi. Le distanze sono oggettivamente enormi e sembrano insormontabili. Ci approcciamo in modo corretto al compito che Mattarella ci ha dato. Ma se c’è ancora un tavolo operativo con la Lega, è giusto che lo concludano. Quando avranno deciso sarà più facile confrontarsi. Nonostante le distanze siano enormi - prosegue Rosato - è irragionevole pensare che puoi trattare su due tavoli uno a destra e l’altro a sinistra".
Poi aggiunge che, anche una eventuale chiusura del ’forno M5s-Legà non significa automaticamente che l’avvio "di una trattativa con noi, non risolve i problemi. Ma fin quando questo non avviene ogni tipo di discussione è praticamente impossibile".
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