Il governo dà l'ok al decreto Pa 2025. Zangrillo: "Così saremo più efficaci"

Concorsi, riservato il 10% dei posti a giovani tecnici

Il governo dà l'ok al decreto Pa 2025. Zangrillo: "Così saremo più efficaci"
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Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge Pa 2025 introducendo misure volte a rendere il pubblico impiego più «attraente» e moderno. Secondo il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, l'amministrazione «si rinnova» grazie a un pacchetto di interventi che pone al centro le persone, «promuovendone la crescita personale e professionale e contribuendo al miglioramento dell'efficienza organizzativa».

Tra le principali novità c'è la possibilità per le amministrazioni pubbliche, comprese Regioni, Province e Comuni, di destinare «una percentuale del 10% delle assunzioni» al reclutamento di giovani tecnici in possesso di un diploma di specializzazione per le tecnologie applicate o di un diploma degli Istituti tecnologici superiori (Its Academy). L'obiettivo è avvicinare le nuove generazioni al pubblico impiego, valorizzando competenze innovative in ambito tecnologico.

Importanti cambiamenti riguardano anche le modalità di selezione del personale pubblico, con il rafforzamento delle competenze della Commissione Ripam, che gestirà la fase di selezione nei concorsi. Inoltre, per «contenere gli effetti derivanti dal turnover», viene sospesa l'applicazione della norma «taglia idonei» per le graduatorie del 2024 e del 2025. In questo modo, i candidati risultati idonei nei concorsi potranno essere assunti anche successivamente alla pubblicazione delle graduatorie, garantendo così una maggiore continuità nelle assunzioni. Il decreto affronta anche la necessità di «implementare i processi assunzionali nella Polizia di Stato, anche alla luce dell'attuale scenario internazionale». In quest'ottica, sono state introdotte nuove regole per gli accertamenti psico-fisici e attitudinali nei concorsi, semplificando le procedure di selezione per accelerare il reclutamento di nuovi agenti.

Novità anche per il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, per cui sono stati stanziati 90 milioni di euro in tre anni. Il sottosegretario all'Interno, Emanuele Prisco, ha annunciato che «grazie al governo Meloni è stato approvato il Fondo per la riforma ordinamentale» e quello per il completamento dell'armonizzazione stipendiale con le forze dell'ordine. Parallelamente, nel decreto è stato previsto un rafforzamento delle tutele della maternità per il personale femminile dei Vigili del Fuoco, sottolineando l'attenzione verso le esigenze di conciliazione tra vita lavorativa e familiare.

Il decreto affronta anche la questione dell'inquinamento ambientale nella Terra dei fuochi. La premier, Giorgia Meloni, ha spiegato che il governo ha voluto «affrontare e risolvere l'annosa questione legata all'inquinamento ambientale» in quell'area, garantendo l'attuazione della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che ha condannato l'Italia per non aver adottato misure adeguate. Con la nomina di un Commissario unico, l'esecutivo punta a semplificare e velocizzare gli interventi di bonifica, finora rallentati dalla frammentazione delle competenze tra diversi livelli di governo. Meloni ha definito il provvedimento l'ennesimo segnale di attenzione ad un territorio profondamente oltraggiato che da tempo chiede risposte concrete.

Infine, nel decreto sono state inserite altre misure su richiesta di vari ministeri, tra cui una task

force al ministero dell'Economia e delle Finanze per il contrasto agli illeciti finanziari e 5 milioni di euro al ministero delle Imprese per l'Hub per l'Intelligenza Artificiale, in linea con gli impegni del Piano Mattei.

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