Archiviato il primo Cdm del governo Meloni, ferve il lavoro sulla scelta dei sottosegretari. Abbiamo sentito Matteo Perego di Cremnago, responsabile nazionale Difesa di Forza Italia, in predicato per un posto ministeriale alla Difesa o agli Esteri.
Il primo atto di Tajani alla Farnesina è stata la chiamata al suo omologo ucraino. Oltre il gesto simbolico cosa c'è?
«Nel dialogo con il presidente Zelensky ed il ministro Kuleba c'è un governo che conferma con la sua prima azione di politica estera il collocamento indiscutibile europeista e atlantico dell'Italia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è garanzia di continuità e di affidabilità per l'Italia e per l'Europa».
Dalla Ue ai maggiori partner internazionali, tutti si mostrano pronti a collaborare con l'Italia. Al di là delle parole, come ci vedono?
«Ci vedono per quello che siamo: protagonisti nel G7. L'Italia è uno dei Paesi fondatori dell'Unione europea, secondo contributore in termini di personale Nato nonché un Paese impegnato in 40 missioni militari internazionali. Ci sarà una proficua e costruttiva collaborazione coi maggiori partner internazionali».
Sul piano internazionale la Meloni promette continuità con Draghi. In cosa si sostanzierà la sua politica estera?
«Sarà caratterizzata da un rinnovato protagonismo internazionale nelle aeree che rispondono maggiormente all'interesse nazionale nel solco di una ferma e solida collocazione atlantista».
La crisi internazionale causata dal conflitto russo-ucraino sembra vicina a un cambio di passo. CI sarà secondo lei l'incontro Russia-Stati Uniti?
«La telefonata intercorsa tra Austin e il suo omologo russo Shoigu va intesa come un segnale positivo di ricerca e dialogo. Allo stesso tempo la notizia del dispiegamento per la prima volta negli ultimi 80 anni della 101esima divisione d'assalto dell'esercito americano in Romania è un campanello d'allarme che non va sottovalutato. Il nostro impegno sarà sempre per una risoluzione negoziale del conflitto».
Da più parti si pensa al coinvolgimento della Cina nello sforzo diplomatico per ricomporre il conflitto.
«A oggi Pechino sembra solo aver ammonito Mosca sulle conseguenze del conflitto ma non sembra aver giocato un ruolo proattivo per la cessazione delle ostilità a differenza invece di Erdogan che sta cercando di porsi come mediatore tra le parti».
Crede che mercati e cancellerie straniere apprezzeranno la compattezza del governo? In Italia le opposizioni temono un salto nel buio.
«Lo hanno già apprezzato.
Chi paventava da sinistra rischi democratici e pericoli speculativi si scontra con il muro della realtà: questo governo nato in tempi rapidi, coeso e determinato è pronto a dare risposte agli italiani. Altro che salto nel buio, con i fatti il centrodestra delineerà la sua ottima capacità di buon governo».
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