Il dissenso al nuovo governo giallo-rosso, nato dopo la crisi della vecchia coalizione giallo-verde, è passato anche da un episodio che riguarda il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo. E a sollevare il caso, questa volta, secondo quanto riportato da AdnKronos è Vittorio Sgarbi, in veste di deputato, in aula, al termine del dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
"È tempo di grandi padri e di elevati maestri. Questo è il governo Grillo-Renzi. Quando Piero Piccioni fu accusato del delitto Montesi, il padre, il ministro Attilio Piccioni, si dimise. Quando invece il figlio dell'elevato Grillo, Ciro, è stato accusato di stupro, Grillo ha fatto Luigi Di Maio ministro degli Esteri, cercando la copertura del Partito democratico che controlla i giudici, come si è visto bene con il caso Palamara", ha dichiarato il critico d'arte e sindaco di Sutri. Che ha poi aggiunto: "Grillo si è agitato come un ossesso per fare un governo amico con il nemico Renzi, ha rinnegato il suo movimento, arroccandosi nel Palazzo con assoluta spudoratezza e con il sostegno dei parlamentari terrorizzati di perdere il segio, dopo aver acceso il mutuo per comprare la casa".
Sgarbi ha poi concluso il suo intervento rivolgendo un pensiero a chi ha votato: "Non c'è alcun rispetto
per gli elettori ma su di loro pesa come un macigno la riflessione di Paolo Borsellino: 'La rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo ma il cambiamento si fa con il voto nelle cabine elettorali'".
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