Il governo non decolla: da Alitalia alle nomine quanti dossier rinviati

Lite continua su tutto. Il Pd chiede di partire da zero su giustizia e vertici AgCom e Privacy

Il governo non decolla: da Alitalia alle nomine quanti dossier rinviati

A poche ore dalla scissione in casa Pd, si è già creata la dinamica che accompagnerà la maggioranza per tutta la sua vita: a un Alessandro Di Battista che consiglia di «non fidarsi del Pd» replica un Andrea Marcucci (renziano non transitato in Italia Viva) che chiede «a Di Maio e Conte di tenere a bada i deliri di Di Battista» che, dice il capogruppo Pd in Senato, «sembra pronto a fare di tutto per rompere l'attuale maggioranza».

E se questa è la dinamica superficiale, che tanto ricorda quella dei gialloverdi ma stavolta con tre giocatori in campo anziché due, c'è una dinamica più profonda e meno visibile, ma più inquietante per il Paese: sui grandi dossier la maggioranza e il governo partono prendendo tempo. Del resto, i due partiti sono stati costretti dalle circostanze, e dal presidente Mattarella, a comporre la crisi in pochi giorni. La fiducia è stata votata quasi al buio e ora i nodi invece di essere sciolti vengono rinviati per approfondire i temi e sedare le tensioni. Certo, il governo in fondo è pienamente in carico solo da due settimane e completo di sottosegretari da quattro giorni. Ma fa impressione vedere che tutti i primi provvedimenti presi sono rinvii.

C'è innanzitutto la pressione trasversale per rallentare il decreto «green» preparato dal ministro dell'Ambiente Costa che, pur essendo in quota M5s, sta trovando resistenze anche tra i grillini, soprattutto in provenienza dal Mise, ministero su cui Di Maio ha mantenuto influenza.

Sulla giustizia si prepara una delle partite più difficili. Il Pd ha sempre votato contro la riforma Bonafede della giustizia e il M5s ha bocciato la riforma Orlando delle intercettazioni. L'ex ministro del Pd ha già messo le mani avanti: «Non si può pensare che un nuovo governo prenda per buono un testo che è stato costruito da due forze politiche che non ci coinvolsero minimamente, e di cui una era la Lega. È ragionevole che si ricominci la discussione». Il Pd sarebbe intenzionato a chiedere di ritardare l'entrata in vigore del taglio draconiano della prescrizione che dovrebbe scattare dal primo gennaio. Dopo lo scontro sull'autorizzazione agli arresti domiciliari per il deputato azzurro Diego Sozzani, negata dalla Camera grazie al voto di una parte del Pd, la giustizia si colloca in cima alla liste delle materie divisive e a rischio di rinvio.

La maggioranza pare anche intenzionata a sfruttare un rinvio predisposto in epoca gialloverde, quando Lega e M5s non riuscivano a mettersi d'accordo sulle delicate nomine all'Agcom e al Garante della privacy. Il 24 settembre il Senato discuterà la conversione in legge di un decreto che ha prorogato gli attuali vertici della Privacy, incluso Antonello Soro che pure finì nel mirino di Davide Casaleggio quando l'Autorità multò Rousseau. Qui il rinvio potrebbe preludere a una clamorosa riapertura del bando per la presentazione dei curriculum, procedura prevista per la nomina dei quattro componenti del collegio del Garante. Ne erano arrivati centinaia, molti da esperti del settore. Ma forse non c'erano i nomi adatti alla nuova epoca giallorossa.

E a proposito di rinvii e proroghe, è appena stata approvata quella che consentirà il costoso salvataggio di Alitalia, che intanto quest'estate ha

bruciato altri 70 milioni di cassa in due mesi. Del resto, gli stessi lavori parlamentari sono ripartiti con un rinvio: quello del taglio di deputati e senatori. Un rinvio al momento senza data. Per litigare serve tempo.

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