Governo approva il dl Covid: no a spostamenti tra Regioni e comune. Ecco cosa cambia

Il Cdm approva il dl Covid: dal 21 dicembre al 6 gennaio stop a spostamenti tra regioni. E per le festività divieti anche per i comuni

Governo approva il dl Covid: no a spostamenti tra Regioni e comune. Ecco cosa cambia

Niente spostamenti tra regioni, anche se gialle, e validità dei Dpcm prolungata da 30 fino a 50 giorni: sono questi i primi due articoli contenuti nel decreto legge varato in serata dal Consiglio dei ministri in vista del nuovo e imminente pacchetto di misure anti Covid.

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che permette al governo di fermare dal 20 dicembre gli spostamenti tra le regioni. Emanato il decreto specifico per gli spostamenti nel periodo delle festività di Natale, Capodanno ed Epifania. Nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021, inoltre, "è vietato altresì ogni spostamento tra comuni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute". Consentito il rientro "nella propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra Regione o Provincia autonoma e, nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e del 1°gennaio 2021, anche ubicate in altro Comune, ai quali si applicano i predetti divieti".

Scintille nella maggioranza

Il contenuto del Dpcm ha scatenato tensioni tra governo e maggioranza. Anche perché nelle ultime ore il premier Giuseppe Conte aveva aperto spiragli in merito all'adozione di una linea più morbida in vista delle festività natalizie. "C'è stato un irrigidimento forte, rispetto alle aperture di ieri e questo ha provocato malumori", riferiscono fonti parlamentari all'Adnkronos.

Scendendo nel dettaglio, a causa dell'irrigidimento del governo si sarebbe scatenato il malumore sia in Italia Viva, che continua a chiedere l'apertura di alberghi, ristoranti a pranzo a Natale e Santo Stefano sia di una parte dei dem del Senato, meno rigida rispetto alla linea del rigore del Nazareno.

Proprio al Senato, nella riunione tra i capigruppo di maggioranza e i ministri Roberto Speranza e Federico D'Incà, non sono mancate le scintille. Il ministro Speranza avrebbe spiegato la sua convinzione: restrizioni necessarie perché quello del Natale è l'ultimo miglio per evitare la terza ondata e arrivare al vaccino.

A quanto apprende l'Adnkronos da fonti di governo, ci sarebbe stato un "confronto acceso" nella riunione del Cdm stasera sulle misure anti Covid per le festività, in particolare sul capitolo spostamenti tra comuni. Si riferisce di un forte pressing di Italia Viva per misure meno restrittive ma Pd, M5S e Leu non sarebbero d'accordo.

Spostamenti e validità dei Dpcm

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è rappresentata dai primi due articoli del decreto legge che sarà varato in serata in attesa del Dpcm di domani. Il primo: sarà vietato spostarsi tra una regione e l'altra tranne per i rientri nelle proprie residenze. Il secondo: la validità dei Dpcm sarà prolungata fino a 50 giorni.

In attesa delle nuove regole, che varranno dal 4 dicembre a dopo l'Epifania, come sottolinea La Stampa, è necessaria una norma di rango superiore per vietare gli spostamenti individuali delle persone. E questa norma è proprio quella che sarà approvata in serata dal Cdm presieduto dal premier Conte. Il governo ha dunque allungato la durata della validità delle misure anti-Covid. "In primo luogo - si legge nella bozza del decreto -al comma 1 si interviene sul termine massimo di durata, che da trenta diventa di cinquanta giorni, delle misure per fronteggiare nel modo più efficace l'emergenza in atto adottate con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, in attuazione dei decreti-legge 25 marzo 2020, n. 19 e 16 maggio 2020, n. 33".

In ogni caso, gli spostamenti tra le regioni dovrebbero essere vietati dal 21 dicembre al 7 gennaio. Come se non bastasse, nei giorni 25 e 26 dicembre e primo gennaio saranno vietati anche gli spostamenti tra comuni differenti. Questo è uno dei tanti punti di scontro che ha alimentato polemiche a non finire nella maggioranza.

Già, perché nella maggioranza c'è chi vorrebbe consentire tali spostamenti per scongiurare disparità nella possibilità di recarsi a pranzo nei ristoranti tra gli abitanti dei piccoli centri e quelli delle città. Discussioni in corso anche per quanto riguarda la possibilità di raggiungere le seconde case all'interno della regione, la chiusura degli alberghi di montagna, e di bar e ristoranti a Natale. I divieti sul tavolo iniziano a essere numerosi e la tensione nel governo è alle stelle.

I chiarimenti della sottosegretaria Zampa

Nel corso della trasmissione Otto e mezzo in onda su La7, la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ha chiarito alcune questioni in merito alle indiscrezioni sul prossimo Dpcm. Sugli spostamenti "sicuramente si potrà sempre raggiungere la regione di residenza e si sta discutendo se far valere anche il domicilio". Dopo di che, a partire dal 20 dicembre, scatterà "il divieto di spostamento tra le regioni, salvo ragioni di necessità come assistere un genitore solo, che richiederanno l'autocertificazione". Per quanto riguarda i congiunti, la sottosegretaria Zampa è stata chiara: "Due congiunti che abitano in due regioni diverse ma gialle e partono prima del 20 dicembre, potranno vedersi".

La messa di Natale si dovrà concludere "entro l'orario per rientrare a casa per il coprifuoco alle 22. Quindi verso le 20, 20:30". La decisione è stata presa "in accordo con la CEI, la quale ha capito perfettamente l'esigenza".

Sul pranzo di Natale il governo non indicherà limiti per il numero di persone a tavola ma "sconsiglierei di aprire ai non conviventi. Aiutarsi questa volta significa rinunciare a vedersi", ha aggiunto Zampa. Infine le scuole: gli istituti superiori potrebbero riaprire a metà dicembre, ma le discussioni sono ancora in corso.

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