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"Il governo solleciti Bruxelles. Adesso serve posizione comune"

Durban ha reiterato quello che era già stato un errore delle risoluzioni dell'Onu del passato, ha riaffermato una affermazione inaccettabile offrendo l'alibi per campagne antisemite e anti ebraiche.

"Il governo solleciti Bruxelles. Adesso serve posizione comune"

Onorevole Piero Fassino, lei da sempre attento alle istanze di Israele. Nel 2009, quando il ministro Frattini comunicò la decisione di non partecipare alla Conferenza di Durban per i suoi contenuti antisemiti, lei chiese di consultare il Parlamento. A settembre si ripropone la questione. Molti Paesi non parteciperanno. Cosa deve fare il governo?

«Sarebbe innanzitutto auspicabile un atteggiamento e una posizione omogenea da parte dell'Ue. Il nostro governo dovrebbe sollecitare Bruxelles affinché ci sia una atteggiamento comune. Molti Paesi europei hanno deciso di non partecipare e penso che l'Italia debba tenere conto di queste defezioni, ma soprattutto del fatto che la conferenza di Durban ha rappresentato un vulnus culturale e politico laddove si è definito il sionismo come forma di razzismo. Un giudizio inaccettabile, errato privo di fondamento. Il sionismo è stato un movimento di liberazione sociale e nazionale del popolo ebraico».

In assenza di una presa di posizione dell'Ue cosa dovrebbe fare l'Italia?

«Durban ha reiterato quello che era già stato un errore delle risoluzioni dell'Onu del passato, ha riaffermato una affermazione inaccettabile offrendo l'alibi per campagne antisemite e anti ebraiche. Una conferenza convocata per dare un seguito a quella conferenza avrebbe senso solo se servisse a metterne in discussione e revocare i giudizi errati del passato. Se la Conferenza invece quei giudizi li assume come irrevocabili, mi pare opportuno non partecipare».

Questa conferenza rischia di produrre un contraccolpo sulla credibilità delle Nazioni Unite?

«Di certo rischia di riproporre una posizione sbagliata che la stessa Onu aveva corretto. Ripeto: una riunione di continuità con Durban non ha alcun senso, lo avrebbe solo se avesse l'onestà intellettuale di revocare le affermazioni errate del passato».

Il caso Durban suscita qualche interrogativo rispetto alla riforma della governance dell'Onu?

«In questo caso è evidente che il tema è distorto nei suoi esiti politici dai rapporti di forza interni all'assemblea. Essendoci un alto numero di Paesi che guardano con ostilità a Israele, questo distorce la rappresentazione delle Nazioni Unite.

Se l'Onu è costretta ad assumere posizioni prive di fondamento, perde di credibilità politica e si apre un problema sul fronte della sua governance. Anche perché l'Onu non è nata per essere un tribunale, ma per essere sede per la composizione dei conflitti e la costruzione di politiche condivise».

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