Il ministro Giulia Grillo è finito al centro di una bufera relativa al perché trenta scienziati non facciano più parte del Consiglio superiore di Sanità. Cinque-sei tra questi, in realtà, sarebbero stati ascritti al centrodestra e per questo, si dice, allontanati.
Per le opposizioni, quella del capo di dicastero grillino sembrerebbe una vera e propria operazione di dossieraggio. Il fine, magari, potrebbe essere stato proprio quello di identificare il partito politico o l'area di riferimento di quelle persone. Ma la Grillo, va specificato per completezza, ha parlato di un mero "appunto informale". Come se la presunta schedatura facesse parte di una prassi.
"Quel testo - ha fatto sapere la Grillo via social network - non è un dossier, ma costituisce un appunto del tutto informale che ho chiesto in chat ai miei colleghi parlamentari dopo aver sciolto la commissione. Perché l'ho fatto? Perché - ha spiegato - a seguito dello scioglimento del Consiglio superiore da più parti, in primis dalle dichiarazioni della ex presidente Siliquini, si chiedeva di agire separando la politica dalla scienza. Semplicemente - ha continuato - nel corso di normali interlocuzioni, ho chiesto ai colleghi se avevano notizie di attività politica da parte degli ormai ex membri. Non ho mai avviato dossieraggi (e mai lo farò)...".
Le formazioni politiche contrarie all'operato del governo, però, contestano quanto accaduto e sollevano questioni di diverso tipo, tutte accomunate dal tono preoccupato e diretto verso quello che sembrerebbe essere un vero e proprio scandalo. Stando a quanto riportato su Repubblica Forza Italia ha reagito parlando di "dossieraggio fascista". "La ministra - ha dichiarato il senatore Giro - da oggi è incompatibile con il suo ruolo di guida amministrativa e politica di un settore così delicato e complesso come quello della sanità pubblica".
Maurizio Martina, invece, che si prepara ad affrontare Zingaretti per la segreteria del Pd, ha inquadrato quanto accaduto parlando di un "ritorno al Medioevo" evidenziando, dunque, quella che ritiene essere la natura oscurantista di quella fase storica. Ma tra le voci più critiche sulla mossa della Grillo, se n'è levata pure una appartenente al "fuoco amico":
Elena Fattori, senatrice grillina facente parte della Commissione Sanità, ha dichiarato che "non esiste Paese al mondo dove uno scienziato venga valutato per le sue opinioni politiche.
In Italia - ha insistito - purtroppo succede da decenni e se non sei affiliato a qualcuno difficilmente riesci a fare carriera in un ente pubblico. La soluzione, però, non è 'ora epuriamo quelli della vecchia politica e facciamone entrare dei nuovi a noi fedeli'".Critiche pentastellate, insomma, destinate al ministro a cinque stelle.
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