Grillo rischia di essere cacciato dal M5S: ecco cosa può succedere

Rivolta contro il comico genovese. Nelle chat del Movimento rimbalza l'articolo 8 dello Statuto: il garante può essere sfiduciato

Grillo rischia di essere cacciato dal M5S: ecco cosa può succedere

Uno scontro interno che rischia di logorare un Movimento 5 Stelle già alle prese con defezioni e spaccature di notevole importanza. E adesso sui gruppi pentastellati torna minacciosa la flotta di nubi di una possibile scissione, tra i fedelissimi puri e chi è pronto a cambiare casacca per finire nelle mani di un ipotetico nuovo gruppo parlamentare. Così il braccio di ferro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo rischia di rivoluzionare per sempre la storia del M5S, il cui futuro è sempre più legato al filo sottile che lega (forse ancora per poco) l'ex presidente del Consiglio e il comico genovese. Se si spezza, la frattura pentastellata viene data ormai per certa. I ponteri sono al lavoro per tentare una mediazione in extremis, anche se i margini sono davvero risicati. Ma nelle ultime ore sta prendendo campo un'ipotesi che avrebbe del clamoroso.

Grillo cacciato dal M5S?

Gli scenari sono del tutto imprevedibili e dunque anche una ricucitura all'ultimo minuto non è da escludere. Nel novero delle possibilità rientra anche uno scenario eclatante: Grillo rischia di essere cacciato dal Movimento. Sì, il padre che ha fondato la galassia gialla potrebbe essere fatto fuori politicamente dai suoi stessi figli. Nelle chat interne dei 5S, visionate dall'Adnkronos, sta rimbalzando l'articolo 8 dello Statuto dei 5 Stelle attualmente in vigore. Il contenuto parla chiaro: il comico genovese può essere messo da parte.

La delusione per le dure parole di Grillo è così forte che addirittura qualcuno si è spinto a ipotizzare che anche quella della sfiducia sarebbe una strada da prendere in considerazione. "È evidente che la base è con Conte", è la riflessione condivisa da diversi eletti. Ecco perché, seppur con tutte le improbabilità del caso, la figura del garante è messa in forte discussione. L'articolo 8 dello Statuto dice chiaramente che il garante "può essere revocato, in ogni tempo, su proposta deliberata dal Comitato di Garanzia a maggioranza assoluta dei propri componenti". Va però rispettato un criterio ben preciso: il tutto dovrebbe essere successivamente "ratificato da una consultazione in rete degli iscritti, purché prenda parte alla votazione la maggioranza assoluta degli iscritti". E sarebbe un grosso problema: gli ultimi voti online hanno registrato una scarsa affluenza.

Il Comitato contro Grillo

C'è poi un ulteriore particolare che rende la strada in salita: qualora gli iscritti non dovessero sfiduciare il garante su proposta del Comitato di Garanzia, l'organo "decadrà con effetto immediato" e bisognerà indire un'altra consultazione in rete per nominare il nuovo Comitato. Ma chi ne fa parte? Nello specifico è composto da Vito Crimi (con cui è andata in scena una telefonata di fuoco), Roberta Lombardi e da Giancarlo Cancelleri.

Il reggente è stato molto chiaro: sta valutando se lasciare il Movimento e si è posto contro Grillo, criticando anche la scelta di affidarsi a Rousseau per il parto del direttorio a cinque. Dichiarazioni forti sono arrivate anche dalla Lombardi, che si è detta pronta a dimettersi denunciando "un metodo padronale".

Pure Cancelleri ha messo in risalto la sua perplessità: "Non sono assolutamente d'accordo con Beppe perché si è persa una grande occasione che mi sollecita ad ulteriori riflessioni". Ma, come già detto, il parere unanime non basta: serve, eventualmente, raggiungere il quorum nel voto online. Altrimenti il tutto rischia di trasformarsi in un bizzarro autogol.

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