"Quella gru senza un perno". L'ipotesi dell'errore umano

È una delle strade seguite dai pm per capire l'origine della "scossa" che ha fatto crollare il braccio d'acciaio

"Quella gru senza un perno". L'ipotesi dell'errore umano

È tra le lamiere contorte e i rottami della gru precipitata a terra, che gli inquirenti cercato gli indizi utili per ricostruire la dinamica dell'incidente che è costato la vita a tre operai che stavamo montando il mezzo meccanico per dare il via ai lavori di ristrutturazione del tetto di uno stabile in via Genova a Torino.

Esperti, periti e tecnici hanno il compito di osservare e registrare ogni centimetro dell'area dove si è verificata la tragedia e catalogare i pezzi dei mezzi meccanici per accertamenti irripetibili, ai quali hanno partecipato gli esperti della Procura e quelli delle aziende private che, tra appalti e subappalti, erano impegnati sul cantiere. I rottami al più presto saranno spostati e conservati in un magazzino dove, se sarà il caso, potranno nuovamente essere visionati. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo: nelle prossime ore si attendono le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Gli inquirenti hanno già fatto alcune mosse verso questa direzione, ascoltando come persona informata sui fatti l'unico operaio sopravvissuto che manovrava il mezzo che pilotava il braccio d'acciaio telescopico, a cui era agganciato un altro braccio d'acciaio, ossia quello della gru dove si trovavano gli operai precipitati a terra. Inoltre, oltre agli aspetti tecnici, lo Spresal dell'Asl di Torino, ha iniziato ad acquisire materiale utile a ricostruire anche la catena di autorizzazioni e appalti relativi al cantiere per verificare il rispetto delle procedure, nonché il piano operativo di sicurezza. I magistrati intendono anche verificare come mai il Comune di Torino non ha disposto la chiusura totale dell'area interessata dal cantiere e se questa decisione ha potuto in qualche modo incidere sulla dinamica del sinistro. È ancora presto per determinare la causa del crollo della gru, che potrebbe essere racchiusa nella formula tecnica evidenziata dai periti di «una sollecitazione anomala in quota non gestibile».

Bisognerà però capire che cosa ha causato quella sollecitazione che i tre operai esperti e in sicurezza, non hanno saputo gestire, precipitando da oltre quaranta metri di altezza. Da un primo studio dei rottami il fissaggio finale del braccio della gru, a sezione triangolare, non era ancora stato ultimato quando si è verificato l'incidente. Dei tre perni necessari, due erano stati inseriti, ne mancava uno: per quale motivo gli operai non erano riusciti a fissarlo? Che cosa è accaduto in quella manciata di secondi che si sono rivelati fatali per il crollo? I periti, all'inizio, hanno parlato di un cedimento strutturale del terreno o della stessa gru ma ora si fa sempre più concreta, l'ipotesi dell'errore umano. «È prematuro fare ipotesi - ha detto il perito esterno Alberto Giulietto - servono elementi probatori: la posizione oggettiva della gru e l'estensione del braccio. Nel momento in cui è venuto giù il montaggio era praticamente finito, per questo si deve appurare quanto era inclinato il braccio. Sono elementi non noti e che dobbiamo verificare. Nel punto di incastro ci saranno delle tracce e si vedrà se il tutto può derivare da una spinta o se c'è stato un errore umano. Purtroppo l'esperienza mi dice che alla base degli incidenti la maggior parte delle volte c'è un errore umano».

Oggi si svolgeranno i funerali dei tre operai morti: Filippo Falotico di 20 anni che dopo la cerimonia a Torino, verrà seppellito in provincia di Potenza. Ultimo saluto nel Milanese, anche per Roberto Peretto, 52 anni e per Marco Pozzetti, 54 anni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica