«Maneggiateli con cura» era il mantra della Nato a Kiev dopo l'invio dei primi F-16. Stoltenberg e gli Usa temevano qualche colpo di testa da parte degli uomini del capo di Stato maggiore Sirskiy, e invece l'Ucraina ha innescato una possibile escalation invadendo via terra il territorio russo.
Martedì alle 5,30 le truppe della 58esima Brigata motorizzata Vyhovskyj, guidate dal colonnello Ruslan Shevchuk, e supportate da 11 carri armati e 20 veicoli blindati, hanno attraversato il confine a Loknya (Sumy) per dirigersi nel Kursk, ingaggiando un primo conflitto a fuoco con i soldati di Mosca a Sudzhansky. La battaglia è in corso, con la stampa ucraina che esalta il blitz, rivelando l'occupazione di 11 km di fronte e la cattura di decine di soldati, e il Cremlino che minaccia ritorsioni dopo lo sconfinamento che ha provocato 15 morti tra i civili. Non era mai accaduto nulla di simile dall'inizio delle ostilità, anche perché Kiev si era limitata a colpire obiettivi di Mosca sul suolo russo con missili e droni. Il radicale cambio di tattica spiazza gli alleati occidentali, e riporta d'attualità la famosa telefonata del 12 luglio tra il ministro della Difesa Belousov e il suo omologo statunitense Austin.
In tutto 36 minuti di conversazione nei quali Belousov chiedeva al collega se fosse al corrente di un'operazione militare segreta ucraina intercettata dall'intelligence di Mosca. Nonostante la profonda dipendenza dell'Ucraina dagli Stati Uniti in materia di sostegno militare, i funzionari ucraini non sono sempre trasparenti con le loro controparti americane, specialmente quando si tratta di obiettivi russi dietro le linee nemiche. Il 12 marzo scorso c'era stato un attacco di terra a Kursk, ma a entrare in azione erano stati i partigiani russi filo-ucraini della Legione «Libertà della Russia», che per alcune ore presero il controllo del villaggio di Tyotkin.
«Nel settore nord-occidentale, unità nemiche hanno occupato gli insediamenti di Nikolaevo-Daryino, Sverdlikovo e Daryino» scrive il ministero della difesa di Mosca, mentre nelle ultime ore si stanno svolgendo aspri combattimenti anche nelle aree di Goncharovka e Oleshnya. Le forze armate ucraine avrebbero anche messo le mani sulla stazione di misurazione di Sudzha, polo strategico di trasporto del gas verso l'Europa. Unità della Guardia russa hanno adottato misure aggiuntive per proteggere la centrale nucleare di Kurchatov.
«L'avanzata del nemico è controllata da aerei e artiglieria» commenta il generale Gerasimov, che ha rafforzato la zona con un migliaio di soldati e fa colpire l'area con gli Iskander, mentre Putin parla di «provocazione su larga scala del regime di Kiev. Stanno sparando contro edifici civili».
Il Cremlino ha già iniziato a rispondere colpendo il distretto di Sumy, dove il governatore ha deciso l'evacuazione di 7mila persone. Da Kiev il ministro della Difesa Umjerov replica elogiando la 58esima Brigata, riferendo che «la Russia non alcun controllo alle frontiere». Zelensky ritiene che «una maggiore pressione su Mosca avvicinerà la pace». L'attacco potrebbe però essere stato congegnato nel tentativo di distrarre le unità russe dalla prima linea nel Donbass.
Quello di Kursk non è l'unico nuovo fronte di guerra.
L'Ucraina si muove anche in Africa, sostenendo e armando le truppe ribelli di Mali, Niger e Burkina Faso contro l'ex Wagner che difende i governativi (che hanno lanciato un appello al Consiglio di Sicurezza dell'Onu) per assicurarsi il controllo dei giacimenti d'uranio. La portavoce del ministero degli Esteri russo Zakharova definisce Zelensky «un terrorista in combutta con il jihadismo».
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