Nuova sferzata nella lotta al fumo in Nord America. L'amministrazione di Joe Biden vuole ridurre la nicotina in tutte le sigarette vendute negli Stati Uniti a livelli minimi, o quantomeno che non creino dipendenza, mentre il Canada diventerà a breve il primo Paese al mondo in cui sarà obbligatorio stampare su ogni singola «bionda» un messaggio di avvertenza riguardante i rischi per la salute, confermandosi così un pioniere nelle iniziative per la consapevolezza sui danni del tabacco. Fu proprio il Canada il primo in assoluto a lanciare circa due decenni fa la campagna di foto shock sui pacchetti di sigarette segnando una tendenza a livello internazionale e questa nuova iniziativa, come conferma Ottawa, segue la stessa strada. «Dobbiamo preoccuparci del fatto che quei messaggi possano aver perso il loro effetto di novità e quindi temiamo che in un certo senso abbiano meno intensità nell'impatto», spiega la ministra canadese per la salute mentale e le dipendenze, Carolyn Bennett. Il periodo di transizione comincia oggi e il governo di Justin Trudeau ha anticipato che i cambiamenti definitivi potrebbero essere adottati nella seconda parte del 2023. In Canada il numero di fumatori è in costante calo, ma il consumo di tabacco rimane la principale causa prevenibile di malattie e morte prematura, uccidendo circa 48mila persone ogni anno secondo gli ultimi dati di Canadian Lung Association. E nel 2020 - afferma Statistics Canada - nel Paese oltre 4 milioni si sono definiti fumatori giornalieri o occasionali (su una popolazione totale di 38 milioni).
Negli Usa, invece, il Wall Street Journal rivela l'obiettivo dell'amministrazione Biden, una mossa che sconvolgerebbe l'industria del tabacco, anche se alcune fonti informate spiegano che l'iter è lungo. La misura, che dovrebbe essere annunciata già la prossima settimana, probabilmente non entrerà in vigore per diversi anni. La Food and Drug Administration (Fda) deve infatti pubblicare una proposta di regolamento sulla riduzione dei livelli nicotina e quindi attendere di ricevere i commenti pubblici prima della decisione finale. Contro quest'ultima le aziende del tabacco potrebbero poi fare causa, allungando ulteriormente i tempi di una sua entrata in vigore. L'iniziativa sarebbe in ogni caso la più ambiziosa nella lotta al fumo da parte del governo di Washington dal 1998, quando le compagnie del tabacco accettarono di sborsare oltre 200 miliardi di dollari per aiutare gli stati americani a pagare le spese sanitarie dei fumatori. Come parte dell'accordo le società accettarono anche varie restrizioni sul marketing, incluso il divieto di fornire campioni di prodotti gratuiti e fare campagne sui cartelloni pubblicitari. Altria Group e Reynolds American, le due maggiori società di tabacco statunitensi, per ora non hanno commentato, e pure la portavoce della Casa Bianca non si è sbilanciata. La nicotina, che si trova nelle sigarette e in altri prodotti del tabacco, è una sostanza chimica che crea dipendenza, pur non essendo la nicotina stessa a provocare il cancro, malattie cardiache o polmonari, secondo la Fda.
Sono infatti altri composti nocivi nel fumo di sigaretta associati a oltre 480mila decessi negli Usa ogni anno, come riferiscono i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), l'organismo di controllo sulla sanità pubblica. I livelli di nicotina nelle sigarette possono essere ridotti in diversi modi dai produttori, regolando la miscela di foglie di tabacco o utilizzando diversi tipi di filtri.
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