La guerra delle toghe rosse: "Davigo sia cacciato dal Csm"

In autunno Piercamillo Davigo compierà settant’anni. Magistratura Democratica attacca: "Con la pensione non può rimanere nel Csm". Ma lui potrebbe restare al proprio posto: ecco perché

La guerra delle toghe rosse: "Davigo sia cacciato dal Csm"

Il Consiglio Superiore della Magistratura rimane sotto i riflettori. Non c’è solamente l’affaire Palamara – il magistrato è attualmente indagato per corruzione dalla Procura di Perugia nell’ambito dell’inchiesta sul caos Procure – e i dissidi dello stesso con Piercamillo Davigo. Ecco, è proprio a proposito di quest’ultimo che scoppiata una nuova grana che imbarazza il Csm.

La questione è presto detta: la guerra tra Magistratura Democratica (ovvero la corrente di sinistra dei giudici) e il leader di Autonomia e Indipendenza.

L’attuale presidente della II Sezione Penale presso la Corte suprema di cassazione, nonché appunto membro togato del Consiglio superiore della magistratura, spegnerà settanta candeline nei prossimi mesi, per l’esattezza il 20 ottobre. Un traguardo importante, visto che a causa delle regole sull’anzianità delle toghe approvate dall’allora governo di Matteo Renzi, coincide con il pensionamento. Ma Davigo di andare in pensione non ha nessuna intenzione e punta infatti a rimanere al proprio posto sfruttando una sorta di cavillo.

Ecco allora l’affondo di Magistratura Democratico, arrivato per bocca del proprio leader, Nello Rossi, che ha vergato un editoriale ad hoc su Questione giustizia, la rivista online di Md:"Davvero si pensa che Piercamillo Davigo possa rimanere in carica al Consiglio Superiore anche quando non sarà più magistrato?". E ancora: "L’ibrido di un ‘non più magistrato’ che continua a esercitare le funzioni di componente togato dell’organo di governo autonomo della magistratura non risulterebbe giuridicamente insostenibile e foriero di squilibri e contraddizioni nella vita dell’istituzione consiliare?".

Le toghe rosse, insomma, vogliono cacciare Davigo da Csm. Ma non sarà così facile. Infatti, sia la Costituzione sia una legge del 1958 – come rilevato da Il Fatto Quotidiano – sostengono che i componenti eletti nel Consiglio possano rimanere in carica quattro anni e non possano più essere eletti subito dopo. Però, attenzione, non dicono che andare in pensione sia causa automatica di decadenza.

La decadenza, infatti, scatta in altre situazioni, come in caso di condanne penali, gravi sanzioni disciplinari e attività incompatibili. E Davigo non rientra in nessuna di queste casistiche. Motivo per il quale Magistratura Democratica potrebbe non riuscire nell'intento di allontanare l’ex magistrato del pool di Mani Pulite dal Csm.

Lo scontro Palamara-Davigo

Dicevamo di Luca Palamara. Come scritto nei giorni scorsi, il procedimento disciplinare contro il magistrato è stato posticipato al 15 di settembre, in seguito al legittimo impedimento presentato dall’avvocato di Palamara, Stefano Guizzi.

Come noto, infatti, Palamara, Davigo che in qualità consigliere del Csm dovrebbe partecipare al procedimento disciplinare contro il collega. Palamara ha infatti inserito Davigo nella lista dei 133 testimoni, motivo per il quale pretende che il collega si astenga dal processo, in quanto ricopre il doppio e incompatibile ruolo di giudice e teste.

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