Con la fine del 2022 volge al termine l'annus horribilis dell'Unione europea. Se già in altre occasione l'Ue aveva affrontato momenti difficili (dopo la crisi economica nel 2008, con la crisi migratoria nel 2015, in seguito alla Brexit e durante la pandemia), il 2022 ha rappresentato per le istituzioni comunitarie un anno nero sotto numerosi punti di vista. Lo scoppio della guerra in Ucraina a inizio febbraio e la crisi energetica, avevano fatto emergere tutte le crepe di un'Unione europea non in grado di rispondere in modo rapido ed efficace alle sfide dei nostri tempi ma lo scandalo del Qatargate è stato un colpo di grazia alla credibilità delle istituzioni europee. Se a questi fatti si aggiunge lo scontro tra Ursula von der Leyen e Charles Michel, il quadro è completo. Proprio dalla spaccatura tra il presidente della Commissione europea e quello del Consiglio europeo, si può comprendere la confusione che regna a Bruxelles. Ultimo capitolo della telenovela (a cui la rivista Politico ha dedicato in autunno la copertina), è stato l'incontro al G20 a Bali tra Xi Jinping e Charles Michels a cui non è stata invitata la von der Leyen. Una ripicca dopo che a giugno scorso, in occasione della visita del presidente indiano Narendra Modi in Germania, ad essere escluso dall'incontro era stato invece Michels. La frattura tra i due risale ai tempi del «sofagate» quando il presidente turco Erdogan fece accomodare Michel in poltrona accanto a sé lasciando Ursula von der Leyen in un sofà distante. Inutile dire che queste divisioni si sono riverberate su vari ambiti tra cui quello energetico.
Dopo una trattativa andata avanti per mesi, non priva di attacchi incrociati, solo a dicembre si è giunti a una soluzione sul price cap al gas quando la misura sarebbe dovuta entrare in vigore da tempo. Proprio la crisi energetica ha fatto emergere un clima da tutti contro tutti creando una spaccatura tra i paesi del nord Europa e quelli mediterranei e raggiungendo il culmine nel momento in cui il governo tedesco ha annunciato un pacchetto di misure da 200 miliardi di euro per aiutare imprese e cittadini tedeschi.
La crisi energetica è anche figlia di un altro grande evento in cui l'Unione europea è stata incapace di giocare un ruolo subendo gli eventi e dimostrando, ancora una volta, la propria vacuità da un punto di vista diplomatico e in politica estera: la guerra in Ucraina. Nonostante si tratti di un conflitto dentro l'Europa, l'Ue è sembrata subire gli eventi senza essere in grado di favorire una soluzione diplomatica o giocare un ruolo da protagonista per raggiungere la pace.
L'apice di questo anno nero per le istituzioni comunitarie si è raggiunto pochi giorni fa con lo scandalo del Qatargate che ha investito l'europarlamento nella figura del suo vicepresidente Eva Kaili.
Uno scandalo di simile portata tra mazzette, tangenti, sacchi di denaro ricevuti da paesi extra Ue, avrà ripercussioni come emerge anche da un sondaggio di Bidimedia per cui il 56% degli italiani ritengono il Qatargate abbia screditato le istituzioni europee. Nell'anno che verrà un po' di sana autocritica nei palazzi di Bruxelles non guasterebbe.
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