Guerra in Medio Oriente e Cgil più forte del Pd. Elly teme la piazza flop

Corsa per la manifestazione dell'11 novembre ma la Schlein ha paura che sia un boomerang

Guerra in Medio Oriente e Cgil più forte del Pd. Elly teme la piazza flop
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Una corsa contro il tempo. Con il rischio che la guerra in Medio Oriente cannibalizzi mediaticamente la manifestazione del Pd in programma l'11 novembre. Ma non solo: c'è anche la paura del flop e del confronto con la piazza della Cgil del 7 ottobre. Per non parlare del rebus del rapporto con il M5s di Giuseppe Conte, sempre più agguerrito nella concorrenza alla segretaria Elly Schlein. Perciò al Nazareno stanno studiando una strategia su due piani. L'obiettivo, dicono i dem, «è far sì che a Piazza del Popolo ci sia una grande manifestazione». Non facile. E infatti Schlein è preoccupata e corre su un doppio binario, in vista della piazza convocata tra poco meno di un mese. Da un lato la leader dem punterà ad alzare sempre di più la tensione con l'esecutivo di Giorgia Meloni. Radicalizzare la base, per sperare in un massiccio afflusso di militanti a Roma. Dall'altro c'è la macchina dell'organizzazione, le cui chiavi sono in mano a Igor Taruffi, assessore al Welfare in Emilia Romagna nella giunta di Stefano Bonaccini, ma vicinissimo alla Schlein. Taruffi, infatti, è stato eletto in Regione con la civica dell'attuale segretaria dem ed è arrivato nel ruolo di responsabile dell'organizzazione dopo una militanza tra Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana. Mai iscritto al Pd prima dell'avvento della nuova leader. È lui che in queste ore sta chiamando a raccolta i responsabili del partito sul territorio per organizzare i pullman e i treni dei tesserati che dovranno riempire la piazza dell'11 novembre. Proprio oggi si riuniranno in videoconferenza i segretari provinciali e regionali per cercare di portare a Roma più persone possibili.

«È chiaro che la segretaria teme il confronto con la piazza della Cgil si sabato scorso», spiega a Il Giornale un dirigente della minoranza dem. Sicuramente non domina l'entusiasmo in vista di quella che, nelle intenzioni di Schlein, dovrebbe essere la piazza più calda dell'autunno caldo contro il governo Meloni. L'agenda sociale della manifestazione di Piazza del Popolo rischia di essere fuori sincrono rispetto alla situazione internazionale. Ma Schlein, in collegamento con la festa della corrente dell'ex ministro Andrea Orlando, insiste: «Il disegno del governo è smantellare scuola e sanità pubblica». Mentre su Israele balbetta: «Isolare Hamas ma evitare l'escalation». Più ambiguo il vice segretario Peppe Provenzano, in questi giorni a Kiev, che parla di «gravissime responsabilità dell'estrema destra israeliana». «Rischiamo di trovarci in piazza sia bandiere israeliane che palestinesi», dice un altro parlamentare del Pd. La consapevolezza è che da qui all'11 novembre in Medio Oriente «può succedere di tutto e non possiamo prevederlo». Tra i dem c'è chi scherza: «Se avessimo fatto una manifestazione oggi non ci sarebbe stato davvero nessuno, vediamo tra un mese». Si teme anche una grande mobilitazione pacifista nelle prossime settimane, che inevitabilmente spaccherebbe i dem.

E poi c'è la grana Conte. L'ex premier dovrebbe essere in piazza con il Pd, ma ancora non ha sciolto la riserva.

Intanto pressa Schlein sulla guerra: «Letta ha messo l'elmetto al Pd e Elly non ha avuto il coraggio di toglierlo». Lei risponde: «Non ci interessa competere con le altre forze d'opposizione per lo zero virgola nei sondaggi».

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