Guerriglia urbana tra immigrati. In piazza volano bastoni e bottiglie

Per il sindaco il problema non è la sicurezza ma la percezione. E in città è attesa la Boldrini, profetessa dell'accoglienza

Guerriglia urbana tra immigrati. In piazza volano bastoni e bottiglie

Trento Piazza Dante a Trento, da confine dell'italianità presidiata dalla monumentale statua del sommo poeta, diventa il campo di battaglia in cui due orde di immigrati si sono fronteggiate, sotto gli occhi increduli di viaggiatori e pendolari che uscivano dalla adiacente stazione dei treni e delle corriere.

Un vero e proprio episodio di guerriglia urbana, che si è verificato nel tardo pomeriggio della vigilia del Festival dell'Economia, la manifestazione che ogni anno dal 1 al 4 giugno è occasione di riflessione, dibattiti e passerelle politiche e che, scherzo del destino, avrà anche quest'anno come ospite il presidente della Camera, Laura Boldrini, da sempre sostenitrice di questo modello di integrazione. Agli scontri hanno partecipato oltre una cinquantina di immigrati e dalla ricostruzione pare che le due fazioni, nigeriani da un lato contro tunisini e algerini dall'altra, abbiano regolato i conti per la divisione degli spazi di spaccio in città e che lo scontro fosse stato organizzato e premeditato, anche in virtù del fatto che le truppe in campo erano ben armate di bastoni e bottiglie, seppure nella foga degli scontri non sia stato disdegnato l'utilizzo di armi meno convenzionali, come alcune biciclette scagliate contro gli avversari. Al sopraggiungere di tre volanti di polizia e municipale e alcuni blindati con i militari in tenuta antisommossa, i due schieramenti si sono dileguati, travolgendo nella fuga un'anziana signora, una mamma con due bambini e due studentesse in bicicletta. In seguito gli scontri si sono spostati in altre zone del centro cittadino e, nonostante i danni riportati dalla stazione delle corriere, nessuno è stato tratto in arresto. Trento, nonostante il sindaco si affanni sempre a sottolineare che non ci siano problemi di sicurezza bensì solo un problema di «percezione», a quanto pare non è più così sicura, come si vorrebbe mostrare. Né sono bastate le centinaia di migliaia di euro spese per la riqualificazione di piazza Dante, che al momento è ben lontana dall'essere il parco in cui i bambini possano andare a giocare, ma come sottolineato da alcuni gruppi politici, è solo uno dei luoghi «a sovranità limitata», in cui lo stato non riesce ad assicurare più il controllo e la pubblica sicurezza.

Immediata è stata la reazione del presidente di FdI-An Trentino, sottolineando che sia «scontato che, pur accolti e pasciuti nella nostra terra, orde di africani dediti alla criminalità continuino a riproporre le logiche di guerriglia tribale per la spartizione del controllo del territorio.

Non è colpa delle forze dell'ordine né del livello di accoglienza che mostriamo loro: il punto è che loro in questo numero ed in queste forme non dovrebbero esistere a casa nostra. La politica serve ad individuare ed adottare gli strumenti per rendere non accogliente l'Italia ed il Trentino rispetto a forme di civiltà incompatibili con la nostra».

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