Sono noti per essere veri e propri pirati del mondo informatico. Per entrare nei portali di mezzo mondo e seminare il caos, qualche volta per scopi nobili, altre volte per ottenere un vantaggio. Per una volta però un gruppo di hacker, definito «etico», ha deciso di entrare in azione senza recare alcun danno. E, soprattutto, rispettando la legge. Si tratta di ricercatori e studenti italiani, delle università di Milano, Torino, Roma, Padova, Venezia, Genova, Pisa, Parma e Perugia. Che, proprio per mettere in evidenza l'attaccamento allo Stivale, si è dato un nome inequivocabile: Mhackeroni. Un mix fra le parole «hacker» e «maccheroni», insomma.
I pirati informatici etici sono riusciti a violare un satellite statunitense il Moonlighter - del tutto legalmente. Attività che ha permesso loro di vincere un premio per la sicurezza informatica voluto dal governo degli Stati Uniti. Il gruppo è infatti stato in grado di penetrare nei sistemi di sicurezza Usa e di prendere così il controllo del satellite, mentre questo era attivo, in orbita nello Spazio. Il gruppo capace di portare a termine questa impresa è nato nel 2018 e fino a oggi è riuscito a centrare quattro volte le finali dell'evento Hack-A-Sat della Def Con, ovvero la competizione hi-tech che si tiene ogni anno a Las Vegas. Quest'anno, però, i giovani del team Mhackeroni sono riusciti a portare a casa l'impresa, vincendo il premio da 50mila dollari messi in palio dalla Space force e dall'Air force degli Stati Uniti, ovvero i dipartimenti responsabili della difesa spaziale e dell'aeronautica militare del Paese a stelle e strisce, che hanno organizzato questa gara così speciale. Per arrivare a questo risultato, il team italiano ha superato i finalisti provenienti dalla Polonia e dalla Svizzera. I momenti più belli di questa vittoria sono stati naturalmente condivisi sui canali social del gruppo, nel quale è possibile ammirare anche l'istante della premiazione. Con loro ci sono anche gli altri sfidanti, chiamati negli Stati Uniti dal governo americano che ha finanziato la competizione proprio per testare i sistemi di sicurezza interna e scoprire eventuali bug sfruttabili da informatici ostili.
Il satellite del quale i Mhackeroni sono riusciti a prendere il controllo è un CubeSat 3U, composto cioè da tre unità, e costruito da Aerospace corporation in collaborazione con la Space force. Era stato lanciato a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9 verso la Stazione spaziale internazionale lo scorso 5 giugno e, a partire da quella posizione, è stato dispiegato sull'orbita terrestre bassa il successivo 6 luglio. Riuscendo a prendere il controllo di questo dispositivo, i giovani di Mhackeroni hanno trionfato sulle altre cinque squadre finaliste. Accaparrandosi anche un piccolo record: i geni dell'informatica italiani sono infatti stati i primi a violare la sicurezza del super satellite Moonlighter, riuscendo anche a cattare una foto proprio dal dispositivo hackerato. Proprio questa era la parte più intrigante e probabilmente più difficile della sfida: costringere il satellite a scattare una foto della Terra a loro scelta e scaricarla su una stazione terrestre. La speciale competizione vinta dal gruppo italiano si basa sul modello delle sfide Capture the flag, ovvero ruba bandiera, in cui due team si sfidano cercando le vulnerabilità dei sistemi informatici.
In questo caso, però, la gara finale prevedeva di prendere il controllo di un vero satellite orbitante. Con lo scopo di valutare l'effettiva tenuta dei protocolli, le vulnerabilità potenzialmente sfruttabili da hacker ostili e testare anche le potenzialità offensive degli alleati.
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