Hamas all'angolo invoca lo sciopero

A Gaza nuove proteste contro il gruppo, che chiede "marce di rabbia" anti-Israele

Hamas all'angolo invoca lo sciopero
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Mentre a Gaza tornano le proteste anti-Hamas, le fazioni palestinesi soffiano sul fuoco della rabbia anti-Israele e proclamano per oggi uno sciopero generale a livello globale «contro il genocidio a Gaza, contro le scene di orrore e il numero crescente di morti». Hamas alza i toni, come nel suo stile, e invoca «marce della rabbia, a sostegno della resistenza». Ma nella Striscia le ultime manifestazioni di si stanno svolgendo proprio contro il gruppo estremista palestinese che tiene ancora in ostaggio 59 israeliani. Mentre il primo ministro israeliano volava ieri verso gli Stati Uniti per incontrare Donald Trump, che sogna di trasformare Gaza nella Riviera del Medio Oriente, i gazawi sono tornati in strada nel nord della Striscia, a Jabalia, al grido: «Hamas terrorista» e «Hamas spazzatura». A marciare erano tutti uomini, alcuni bambini, un giovane con un megafono ha guidato la protesta. Ma le immagini sono inequivocabili. Nonostante le minacce, nonostante l'uccisione del giovane Oday Nasser Al Rabay, 22 anni, punito dal gruppo islamista per aver partecipato alle manifestazioni anti-Hamas e contro il conflitto, le rivolte non si fermano. Due settimane fa sono andate avanti per quattro giorni, poi si sono interrotte, probabilmente a causa delle ritorsioni. Sono ricominciate la scorsa settimana nel nord di Gaza e di nuovo ieri. È il segno tangibile della stanchezza dei palestinesi per la guerra e la tracotanza di Hamas, ma anche dell'interesse crescente di Fatah, il partito rivale che domina l'Autorità palestinese, sul futuro politico della Striscia.

A Gaza, d'altra parte, si continua a vivere in condizioni estreme e a morire. La popolazione è allo stremo. E se Israele ha bloccato gli aiuti, e sostiene che ne siano stati inviati a sufficienza per i prossimi sei mesi, nell'enclave si sopravvive a stento e si muore, anche a causa dei raid israeliani, che si sono intensificati. Le vittime sfiorano quota 51mila. Sono state almeno 44 solo ieri, di cui 21 a Khan Younis.

Si attende, intanto, l'esito della visita di Netanyahu alla Casa Bianca, in cui si affronteranno le questioni dazi, Gaza, Iran e Siria. Trump ha chiesto di ricevere il premier con urgenza e i due si vedranno alle 13 (le 19 in Italia). Netanyahu incontrerà anche l'inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff e il segretario al Commercio Howard Lutnick. Secondo la tv Channel 12, i due leader rilasceranno già oggi dichiarazioni congiunte alla stampa.

Prima di imbarcarsi sull'aereo diretto a Washington, Netanyahu - che ha lasciato ieri l'Ungheria dopo la visita al premier Orbán nonostante il mandato di cattura della Corte penale internazionale - ha voluto ringraziare Budapest «che ci difende nelle organizzazioni internazionali», «dall'Ue all'Onu fino alla Cpi», da cui, non a caso, Budapest ha annunciato la sua uscita in occasione della visita di «Bibi».

Al tavolo dei colloqui con la Casa Bianca non mancherà il dossier Iran, grande regista dell'asse del terrore che comprende Hamas, Hezbollah, Houthi e i gruppi estremisti che operano dall'Iraq alla Siria.

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha rivelato un documento dei servizi segreti, trovato nei tunnel di alti funzionari di Hamas a Gaza, in base al quale i leader di Hamas, Yahya Sinwar e Muhammad Deif, avrebbero inviato una lettera al comandante della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica Iraniana Esmail Qaani nel giugno 2021 per chiedere di trasferire 500 milioni di dollari per supportare i piani del gruppo terroristico di invadere Israele.

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