Hamas libera altri ostaggi (e lancia i razzi dagli asili). "I due italiani sono morti"

La necessità di reagire, l'obbligo della prudenza

Hamas libera altri ostaggi (e lancia i razzi dagli asili). "I due italiani sono morti"
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La necessità di reagire, l'obbligo della prudenza. Perché, come è noto, nella Striscia di Gaza non ci sono solo i terroristi di Hamas ma anche civili inermi che nulla hanno a che vedere con i miliziani, oltre a 220 ostaggi, secondo l'ultimo bilancio, rapiti e tenuti chissà dove, pronti a essere usati come merce di scambio nella migliore delle ipotesi, come scudi umani nella peggiore. Ieri sera l'ala militare di Hamas ha liberato altri due ostaggi. Si tratta di due donne, Nurit Yitzhak e Yocheved Levschitz, che avrebbe 85 anni. Fondamentale la mediazione di Egitto e Qatar. «Abbiamo deciso di rilasciarle per soddisfare ragioni umanitarie», dicono i miliziani. La voce circolata ieri era della probabile liberazione di 50 ostaggi, quelli con doppio passaporto ma per il momento sono in totale 4, tutte donne, due americane, i rapiti tornati in libertà, mentre anche gli Stati Uniti sono al lavoro per la liberazione degli ostaggi ed emerge un altro dettaglio drammatico. Ai terroristi sono stati promessi 10mila euro per ogni civile preso in ostaggio con istruzioni choc: «Legate e uccidete quelli problematici».

Il quadro generale resta drammatico sotto ogni punto di vista. Non erano purtroppo tra i rapiti ma tra le vittime Liliach Le Havron e Nir Forti, i due italo-israeliani dati per dispersi nei giorni scorsi. La donna è stata trovata tra le vittime del kibbutz dove è stato ucciso anche il marito Evitar Kipnis, il cui corpo era stato ritrovato nei giorni scorsi. Il cadavere del giovane Forti, che si trovava al rave durante l'assalto dei terroristi, è stato identificato nella tarda serata di ieri. «Mi stringo al dolore dei familiari. Per l'Italia un altro giorno di lutto», ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Ma le operazioni dell'esercito israeliano restano complicatissime. Anche perché come spiega in maniera dettagliata sui social il portavoce militare israeliano Daniel Hagari, «dall'inizio della guerra, l'organizzazione terroristica Hamas ha sfruttato civili e luoghi civili come asili, scuole e moschee allo scopo di lanciare razzi contro Israele», rendendo complicati i blitz delle forze israeliane. Hagari ha postato mappe satellitari in cui si vedono lanciamissili di Hamas accanto a un asilo ma anche vicino a una moschea, a una scuola e a un edificio delle Nazioni Unite.

Nel frattempo resta drammatica la situazione dei civili nella Striscia. Ieri un terzo convoglio di camion con aiuti umanitari è entrato nel territorio di Gaza dal valico di Rafah, dopo che i primi due erano entrati tra sabato e domenica. Il valico tra Egitto e Palestina resta sotto osservazione con i civili, anche con doppia nazionalità, impossibilitati. Al momento almeno sette dei quasi 30 ospedali a Gaza sono stati costretti a chiudere a causa dei danni e della mancanza di energia elettrica, acqua e altre forniture. «Siamo sull'orlo del baratro. Non agire significa condannare a morte i pazienti, tra cui i neonati nelle incubatrici», ha dichiarato Melanie Ward, direttrice del gruppo di soccorso Medical Aid for Palestinians. Resta infatti irrisolto il nodo del carburante. Sette autocisterne hanno prelevato gasolio da un deposito delle Nazioni Unite ma non è certo dove sia finito. Dal valico non è passato e Israele ha accusato Hamas di averlo confiscato invece che fornirlo agli ospedali. Intanto l'Egitto ha proposto di istituire campi profughi proprio a Rafah, a tre chilometri dal confine egiziano.

Le operazioni sul campo, in ogni caso, non si fermano. Mentre sono ripresi con intensità i lanci di razzi dalla Striscia, l'esercito israeliano ha comunicato che si intensificheranno gli attacchi nelle aree del campo profughi di al-Nassr e in quello di al-Shati, tanto da chiedere ai residenti dei campi di evacuarli. Azioni mirate contro i terroristi sono state portate avanti la notte scorsa, anche con l'obiettivo di individuare dove sono stati nascosti gli ostaggi.

Attacco israeliano contro una cellula Hezbollah nel Sud del Libano che sarebbe stata pronta a lanciare un attacco con missili guidati anti-tank al confine settentrionale con Israele. Tensione su tensione in un conflitto ben lontano dalla sua fine.

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