La polizia per la sicurezza nazionale di Hong Kong ha emesso una taglia di quasi un milione (circa 120mila euro ciascuno) su 8 personalità molto note del movimento pro-democrazia dell'ex colonia britannica, destinatarie di altrettanti mandati di cattura: si tratta degli ex deputati Ted Hui e Dennis Kwok, degli attivisti Nathan Law, Anna Kwok, Elmer Yuen, Mung Siu-tat e Finn Law, e dell'avvocato Kevin Yam.
Tutti e otto sono fuggiti dalla città dopo che Pechino decise di imporre a fine giugno 2020 la legge sulla sicurezza nazionale per reprimere il dissenso in risposta alle proteste di massa del 2019 a favore delle riforme democratiche, spesso sfociate in violenti scontri. «Le taglie decise non erano un modo per mandare in scena uno spettacolo, ma semplicemente l'applicazione della normativa - ha dichiarato Steven Li, sovrintendente capo del dipartimento per la sicurezza nazionale -. Hanno commesso reati molto gravi che mettono in pericolo la sicurezza nazionale». A carico di tutti e otto ci sono addebiti legati alla collusione «con forze straniere per mettere in pericolo la sicurezza nazionale», un reato che comporta la pena fino all'ergastolo. Alcuni sono stati anche accusati di sovversione, istigazione alla sovversione e secessione. La polizia dell'ex colonia non può arrestare gli otto ricercati se sono all'estero, ma Li ha assicurato che «non ci fermeremo». La taglia è una ricompensa per chiunque possa fornire informazioni «che portino all'arresto o a un procedimento penale soddisfacente». Nathan Law, rifugiatosi in Gran Bretagna, ha respinto ogni addebito. «Sono solo un hongkonghese che parla per gli hongkonghesi. Spero che tutti gli amici sulla lista stiano bene e chiedo agli hongkonghesi di non cooperare con alcuna attività correlata o ad azioni di ricompensa. Non dovremmo limitarci, autocensurarci, essere intimiditi o vivere nella paura», ha commentato Law su Twitter.
La mossa della polizia è maturata a pochi giorni dal terzo anniversario della legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino e dai 26 anni del passaggio della città dalla sovranità di Londra a quella cinese, facendo leva sui margini di applicazione extraterritoriale.
L'annuncio, non a caso, è arrivato ad appena una settimana dalla pubblicazione di un controverso editoriale del quotidiano statale Ta Kung Pao che citava proprio l'articolo 38 della legge sulla sicurezza nazionale, in cui si menziona che la normativa si applica anche alle persone fuori dell'ex colonia.
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