I 5 Stelle cavalcano Gratteri, ma la Cartabia tira dritto

Il M5S prepara la guerra alla riforma del processo penale: "Deve essere modificata". Ma il ministro della Giustizia avvisa: "Va fatta anche se i partiti spingono in direzioni opposte"

I 5 Stelle cavalcano Gratteri, ma la Cartabia tira dritto

In Parlamento è pronta a esplodere la bomba politica per la riforma del processo penale. In commissione Giustizia alla Camera, riferiscono fonti parlamentari, sarebbero stati presentati quasi mille emendamenti. Ciò testimonia come la situazione sia escandescente e destinata ad avere una vita piuttosto travagliata. Nei giorni scorsi il compromesso raggiunto con Marta Cartabia aveva ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri, ma la mediazione messa a punto dal ministro della Giustizia ha provocato l'ira del Movimento 5 Stelle. Gli eletti grillini sono furiosi per la sintesi raggiunta all'interno del governo e hanno giurato battaglia in Parlamento. Proprio ieri Giuseppe Conte, leader in pectore del M5S, ha incontrato il premier Mario Draghi. "Ho assicurato un contributo attento e costruttivo. Si continuerà a lavorare ma saremo molto attenti per miglioramenti e interventi che possano scongiurare soglie di impunità", ha fatto sapere l'avvocato.

I 5S preparano la battaglia

Tra i critici della riforma c'è Nicola Gratteri. Questa mattina il procuratore di Catanzaro, davanti alla commissione Giustizia alla Camera, ha espresso forte preoccupazione per la possibilità che "il 50% dei processi, considerata la gran mole dei reati di mafia e maxi processi che qui celebriamo, saranno dichiarati improcedibili in appello". Le tesi di Gratteri sono state immediatamente cavalcate dai 5 Stelle: le deputate e i deputati grillini in commissione Giustizia hanno sottolineato la necessità di apportare più di qualche correzione rispetto a quanto partorito dal ministro Cartabia. "La riforma del processo penale deve essere modificata. Tra tutte le critiche espresse da Gratteri quelle che più preoccupano, poiché prefigurano scenari inquietanti, sono relative alle conseguenze concrete: convenienza a delinquere e diminuzione del livello di sicurezza per la Nazionè", si legge nella nota.

Ma la Cartabia ferma tutti

L'assalto dei pentastellati deve però fare i conti con la fermezza della Guardasigilli. La Cartabia, intervenendo a un convegno al Palazzo di Giustizia di Napoli, ha infatti messo le mani avanti e lanciato un chiarissimo avviso ai partiti: "Le forze politiche spingono in direzioni diametralmente opposte, ma questa riforma deve essere fatta perché lo status quo non può rimanere tale".

Il ministro della Giustizia si è detto consapevole del fatto che "i termini che sono stati indicati sono esigenti per queste realtà", ma ha voluto ribadire a gran voce che si tratta di termini "che il nostro ordinamento e l'Europa definisce come termini della ragionevole durata del processo, che è un principio costituzionale".

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